L’agenzia Reuters ha riferito mercoledì che gli Stati Uniti stanno preparando un’evacuazione parziale del personale della loro ambasciata in Iraq e consentiranno ai loro militari di lasciare le località in tutto il Medio Oriente a causa dei maggiori rischi per la sicurezza nella regione, secondo fonti statunitensi e irachene.
La decisione di ritirare tutto il personale non essenziale dall’ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad è arrivata dopo che tutte le ambasciate statunitensi a distanza di tiro dall’Iran sono state istruite a prendere provvedimenti per mitigare il rischio in caso di un possibile attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani, secondo quanto riferisce il Washington Post.
Poiché qualsiasi azione militare israeliana sarà quasi certamente accolta con un contrattacco iraniano, dice l’articolo del quotidiano, le missioni statunitensi in Medio Oriente, Nord Africa ed Europa orientale sono state incaricate di convocare comitati di emergenza e di informare Washington delle misure che devono essere prese per ridurre al minimo i danni.
Un anonimo funzionario del Dipartimento di Stato racconta che è stata questa procedura, oltre a “recenti analisi”, che ha portato il segretario di Stato americano Marco Rubio a “ridurre la presenza della nostra missione in Iraq”.
A contraddire l’allarmismo arriva però la notizia che l’Oman ha confermato che ospiterà un sesto round di colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran durante il fine settimana, anche se Israele si sta preparando per un attacco agli impianti nucleari iraniani.
“Sono lieto di confermare che il sesto round dei colloqui con l’Iran e gli Stati Uniti si terrà a Muscat questa domenica”, ha detto il ministro degli Esteri Badr Albusaidi in un post su X.
In precedenza, un funzionario degli Stati Uniti aveva affermato che l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff prevede di incontrare il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi in Oman domenica per discutere la risposta della Repubblica islamica iraniana a una recente proposta americana per un accordo nucleare.
L’Iran dal canto suo fa sapere che non abbandonerà il suo diritto all’arricchimento dell’uranio a causa delle crescenti tensioni nella regione, ha detto a Reuters un alto funzionario iraniano, aggiungendo che un paese regionale “amico” aveva allertato Teheran su un potenziale attacco militare israeliano.
Il funzionario afferma che le tensioni hanno lo scopo di “influenzare Teheran a cambiare la sua posizione sui suoi diritti nucleari” durante i colloqui con gli Stati Uniti di domenica in Oman.
La contraddizione di fondo nella regione mediorientale rimane lo squilibrio rappresentato dal monopolio dell’unico arsenale nucleare – quello israeliano – verso tutti gli altri paesi. L’Iran da anni punta a rompere questo monopolio ed anche l’Arabia Saudita non nasconde di voler intraprendere la strada del nucleare. Una prospettiva questa che Israele intende impedire a tutti i costi e che gli Stati Uniti potrebbero assecondare, con esiti disastrosi.
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