In Guinea riportati 396 casi di infezione convalidati in laboratorio, con 280 morti. Gli ultimi tre casi nei distretti meridionali di Gueckedou e Telimele.
In Liberia sono 63 i casi confermati e 41 i decessi. Solo nelle ultime settimane 10 nuovi casi e 8 decessi.
In Sierra Leone, il virus ebola con i suoi primi 16 casi è comparso per la prima volta lo scorso maggio. Oggi il numero di morti è arrivato a 46, tra i 176 casi confermati. Il maggior numero dei quali a Kailahun, nella zona est del Paese, al confine con la Liberia.
Il virus ha iniziato a diffondersi in Guinea Conakry all’inizio del 2014.
Nei primi tre mesi dell’anno i casi confermati raggiunsero il numero di
112. 70 i morti. Sembrava che il numero di contagi fosse contenuto,
invece il virus dalle zone rurali, ha lentamente fatto il suo ingresso
nelle aree urbane. Alla fine dello scorso marzo, ebola ha attraversato i
confini della Liberia, raggiungendo Monrovia. E la propagazione ha
perso il controllo, per la difficoltà di tracciare i movimenti delle
persone potenzialmente contagiate.
Pazienti
infetti dal virus sono stati identificati in più di 60 località dei tre
Paesi coinvolti e questo rende il lavoro di limitare l’epidemia
estremamente dispendioso. A fronteggiare la seconda ondata di
infezioni, il lavoro instancabile e continuo di Medici senza Frontiere, a
supporto delle autorità sanitarie nei tre Paesi africani. MSF ha curato
finora 470 pazienti, di cui 215 casi confermati.
La
febbre emorragica è la più temibile conseguenza dell’infezione, che nel
90% dei casi è fatale. La diffusione poco localizzata del virus rende
più complesse le operazioni di intervento, sia per trattare i pazienti,
sia per limitare e circoscrivere l’epidemia.
Essenziali
diventano educare il personale sanitario locale e informare la
popolazione sui metodi per non diffondere la malattia. Necessario
l’isolamento di persone infette. Secondo il parere degli infettivologi
l’epidemia andrà ancora avanti per alcuni mesi.
Di
questo tratterà l’incontro organizzato dall’OMS ad Accra in Ghana, nei
prossimi 2-3 luglio, in cui parteciperanno i ministri della Sanità di
undici Paesi africani e altri rappresentanti.
L’obiettivo della conferenza è lo sviluppo di un piano globale per fermare l’implacabile avanzata del virus.
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