Vale la pena ricordare e sommariamente ricostruire (anche se la portata e la singolarità dell’evento meriterebbe ben altro impegno ed approfondimento attraverso un’ampia raccolta di testimonianze, foto, aneddoti di quelle due serate…) quell’evento, che per una settimana almeno condizionò (nel bene e nel male) una intera città, non solo per quell’improbabile quanto gradita presenza musicale (all’epoca, nonostante la formazione embrionale dell’underground locale, Bobo Rondelli su tutti, in giro in città c’erano tanti manifesti di Marco Finotto…), un pezzo della storia del rock all’Ardenza, non solo per l’evento in sé, ma anche perché attraverso il percorso di quell’evento riprendiamo contatto con la storia di allora, della città ma non solo, riscoprendo in parte quell’anno soglia, dopo il quale tutto sarebbe cambiato (molto in peggio), che è stato il 1989.
Dopo il successo del Tour mondiale, iniziato nel settembre del 1987, ed andato in scena per tutto il 1988, i redivivi Pink Floyd di David Gilmour, il chitarrista che di fatto, dopo l’abbandono del bassista e co-fondatore del gruppo Roger Waters (con il quale nel frattempo non mancano conflitti legali), prende in mano, insieme allo storico batterista Nick Mason (quello che c’è sempre stato, fin dagli inizi) le sorti del gruppo, nel 1989, vista la richiesta, decidono di continuare le date lanciando il tour europeo “Another Lapse”.
Chiaro, quelli di Gilmour e
Mason, che per l’occasione reintegrano nella line up delle esibizioni live, il
tastierista Richard Wrigth, di fatto esautorato dal gruppo, sotto la pressione
dell’ego, tanto geniale quanto egemonico di Waters, fin dai tempi di The
Wall (1979), non sono più i Pink Floyd inarrivabili della metà degli anni
70, ovvero 4 musicisti, quasi perfettamente combinati tra loro all’apice della
loro sintesi creativa e musicale capaci di lasciare tracce discografiche
indelebili come Atom Heart Mother (1970), Meddle (1971), The
Dark Side of The Moon (1973), Wish You Were Here (1975).
Ma è anche vero che per un numero
incalcolabile di persone, il disco che i nuovi Pink Floyd confezionano e
pubblicano nel 1987, A Momentary Lapse of Reason, è per molti
l’occasione per godere di nuovo durante il tour che immancabilmente segue
l’uscita del prodotto discografico, di esecuzioni live del vecchio repertorio
floydiano (da Shine on, a Money) e per tanti altri, più giovani, una
porta d’accesso che introduceva ad un mondo di suoni e suggestioni che
raccontavano un epoca, quella compresa tra il 1966 ed il 1978. Come, al di là
del business, è possibile credere ad una riserva creativa, ancora inespressa, e
desiderosa di essere liberata, da parte di David Gilmour, la cui effervescenza,
nell’ultimo quinquennio dei Floyd (1979-1983) era stata repressa dalla poetica
oscura di Waters, ormai avviato, rispetto al passato, su un altro percorso
artistico (per altro di eccelsa qualità, nonché di profondità politica).
Il tour di “Another Lapse” parte
nel maggio del 1989. Non mancano ovviamente le date in Italia (dove i nuovi
Floyd, dopo un’assenza di quasi trent’anni, erano tornati ad esibirsi l’anno
precedente a Torino, Modena e Roma) e sorpresa, tra le date in cartellone
compare anche la città di Livorno. Inizialmente solo il 22, ma dato che ad un
mese dal primo concerto il botteghino registra il tutto esaurito (quasi un
record, venduti quasi 150 mila biglietti, comprese le prime due date italiane
Verona e Monza), viene inserita anche la data del 23: doppia data dunque per i
Pink Floyd a Livorno, che diventa il punto di riferimento per tutti gli
appassionati della Toscana.
Dopo Livorno Gilmour e soci si
esibiranno per altre due date (25 e 26) a Cava de’Tirreni, nell’entroterra
della Provincia di Salerno, nello Stadio Simonetta Lamberti…
Ma il promoter nazionale del
tour, Francesco “Fran” Tomasi riuscirà
a far tornare i Pink Floyd in Italia organizzando lo storico, quanto discusso
(tanto che costerà la testa di un sindaco), concerto gratuito (circa 200.000 le
persone stimate) del 15 luglio sul Canale di P.zza San Marco a Venezia, con
palco allestito su una piattaforma galleggiante: l’evento fu trasmesso
in oltre venti Paesi per una stima complessiva di 100 milioni di spettatori.
Ma torniamo al maggio dell‘89.
Due mesi prima, due particolari eventi segneranno per sempre il futuro
prossimo, seppur con esiti diametralmente opposti… la nascita di Internet,
cronologicamente indicata con la presentazione da parte dell’informatico
inglese Tim Berners-Lee del documento "World Wide Web: Summary", ed
il lancio in Italia del "nuovo PCI" da parte di Achille Ochetto,
colui che nel novembre di quell’89, tre giorni dopo la caduta del muro di
Berlino, annuncerà la famosa "Svolta della Bolognina". Mentre ad
aprile, in Cina, cominciano a farsi sentire le proteste degli studenti: che dal
13 maggio si insedieranno in maniera permanente in Piazza Tiananmen,
radicalizzando le loro posizioni. In Argentina nel frattempo trionfa alle
presidenziali il peronista Carlos Menem. L’Inghilterra invece è alle prese
con gli hooligans e con le
dichiarazioni dell’attore Michey Rourke che da Cannes fa sapere di aver dato
soldi all’IRA.
L’Italia è alle prese con
l’ennesima crisi di governo: De Mita è sempre più incalzato dalla pressione del
PSI, riunito a Milano per il 45° Congresso nazionale del partito, quello con le
piramidi, dove Craxi viene rieletto con il 92% dei voti.
Anche a Livorno in quei giorni
c’è agitazione. Quella che si inaugura con lunedì 15 maggio, è la settimana
che precede e prepara uno dei più grossi eventi che la città labronica si sta
preparando a vivere: il doppio concerto dei Pink Floyd. Ma quasi si stessero
preparando psicologicamente ai cambiamenti politici e ai relativi crolli e
cadute che di li a qualche mese avrebbero scosso le coscienze e le certezze di
molti uomini e donne del mondo, piuttosto che anticipare uno dei temi classici
dei Pink Floyd, il muro (the wall), i livornesi entrano in quella
settimana con una grande e spettacolare esercitazione della Protezione Civile
della Misericordia: nell’arco di quasi 24 ore vengono simulati, il crollo di
una galleria nella Fortezza Nuova, il crollo di una struttura del Palazzo
Grande, ed il crollo del ponte dei Domenicani. Ma c’è gente in strada anche per
i caroselli che festeggiano il raggiungimento della finale da parte della
squadra di Basket locale dell’Enichem. E chi non può uscire, perché i genitori
non vogliono che frequenti certe compagnie, come una ragazza abitante nel
quartiere periferico di Salviano, prova a fuggire dal balcone: morale, una
brutta caduta dal secondo piano. Una maxi inchiesta porta ad essere citate in
giudizio per traffico di droga ed armi 39 persone. Nei cinema, in quelle sere, Essi
vivono di Carpenter, Mary per sempre di Marco Risi, New York
Story di Scorsese, Allen e Coppola. Per il resto Livorno galleggia
nei soliti problemi: casa, occupazione, ambulanti senegalesi, questioni
portuali. Oltre ovviamente alla necessità da parte della
sinistra di rinnovarsi. La parola d’ordine dell’allora nuovo segretario del
P.C.I, Valerio Caramassi, era più o meno: governare lo sviluppo…
Il Tirreno, il fido quotidiano di
sempre, ovviamente darà una mano nell’intento, regalando oltre ad una fine
analisi politica, squarci di vita quotidiana, raccontando di surreali, quanto a
volte gravi, incidenti domestici: dall’anziana di 67 trasformata in torcia umana
perché spruzzava alcool sotto una bistecchiera (e poi trasferita a Genova in
una clinica specializzata), alla ragazzi di 21 che si ustiona nella propria
abitazione per un eccesso di lampada abbronzante.
Ma per quanto Tirreno,
riscorrendone le pagine, era un altro Tirreno: sicuramente lontano da quello
odierno del sig. Manfellotto. Basti sottolineare che in occasione del
bicentenario della Rivoluzione Francese il quotidiano di Viale Alfieri, il
sabato e la domenica, regalava ai lettori un supplemento in fascicoli.
E veniamo ai Floyd. Di questo
evento naturalmente il Tirreno è sponsor. E coprirà per tutta la settimana la
preparazione dell’evento, fino allo speciale di 8 pagine dell’edizione del 22,
con testi che ripercorrono la storia del gruppo, arricchiti dalle vignette di
Max Greggio, ispirate alle famose copertine dei Pink Floyd. Non solo, insieme
al Comune di Livorno, promuove la rassegna cinematografica “Il muro del rock:
trent’anni di rabbia giovane tra musica e cinema” che si svolgerà al Teatro delle
Commedie, ideato per associare all’evento spettacolare momenti di riflessione
collettiva. In programma film musicali come Woodstock, The Last Walz,
documentari sul punk inglese e naturalmente i film “dei” Pink Floyd: Zabriskie
Point, Live at Pompei, The
Wall. 2000 lire l’ingresso per ogni serata; 10.000 il costo
dell’abbonamento per l’intera settimana. In programma anche un dibattito con il
critico e scrittore Riccardo Bertoncelli, moderato dall’inossidabile Franco
Carratori, allora critico del Tirreno.
La città si mobilita, si attendono in città almeno 40.000 persone. E
qualche sgomento per il grande precedente ovviamente c’è. Ma c’è anche la
consapevolezza della grande occasione da sfruttare. A seguire l’evento anche
«Radio Livorno-Città aperta».
I due concerti vengono presentati
ufficialmente lunedì 15 maggio, nella Sala di Rappresentanza del Palazzo
Comunale, alla presenza dell’Assessore allo sport e ai giovani Antonio Bertelli
e del promoter del tour Francesco Tomasi, organizzatore dell’evento insieme a
Luciano Ripalti, dell’Agenzia Music/Center di Castiglioncello. Tutto è stato
pensato nei minimi dettagli: dai parcheggi alle zone di accoglienza per i
saccoapelisti. La capienza dello stadio è stata valutata in 23.500 posti, dei
quali quasi 7000 mila sul prato. L’inizio per entrambi i concerti è previsto
per le 21: apertura dei cancelli alle 18. Funzionario di riferimento Massimo
Talini, coordinatore del Dipartimento cultura, sport e pubblica istruzione.
Tutti sono convinti che Livorno debba promuovere questo tipo di iniziative.
Passano i giorni e l’attesa per
il grande evento è temperata dalla cronaca interna ed internazionale. Martedì
16 maggio Occhetto è arrivato negli Stati Uniti per una storica settimana, con
lui la moglie e il ministro ombra del PCI Giorgio Napoletano. La delegazione è
negli Usa per spiegare il nuovo corso del partito: per la prima volta è stato concesso il visto di ingresso nel paese ad
un segretario del Pci. Mentre in Italia i teologi si lamentano con il
Sant’Uffizio del cardinale Joseph Ratzinger e contro l’autoritarismo del
Vaticano. Festeggiano invece a Napoli: il 17 a Stoccarda la squadra di Maradona, Careca ed Alemao vince la coppa Uefa.
In Cina nel frattempo è arrivato
Gorbaciov per lo storico vertice tra Cina ed Urss. La presenza del padre della
perestrojka da lo spunto ai manifestanti di intensificare ed ampliare la
protesta, che da Pechino si estende ad
altre numerose città.
Giovedì 18: a Livorno sale la
febbre del rock. Ma non solo. I Portuali protestano alla calata Orlando,
denunciando che è pericoloso lavorare su quella banchina. Sul Tirreno alcune
lettere prendono le distanze da uno striscione dei tifosi dell’Enichem esposto
al Palazzotto: nella foto si vede appeso uno striscione Boia chi molla, con la
“O” fatta a celtica.
Il governo israeliano decreta la messa fuorilegge di Jihad islamica e
di Hamas. Mentre quello cinese invita gli studenti ad abbandonare Piazza
Tienanmen: nonostante la presenza dell’esercito l’invito non viene accolto.
Il 19 De Mita presenta le dimissioni. Per due giorni la polizia carica
i dimostranti che protestano contro l’Acna di Cengio, in val Bormida, e
l’inquinamento per diossina. In Cina la situazione precipita e viene proclamata
la legge marziale: i dimostranti non si arrendono; seguono 12 giorni di stallo,
poi il massacro del 3 giugno con l’esercito che avanza e spara. A Cannes grande
successo per il film del giovane Spike Lee: Do the Right Thing.
Sabato 20 due ventenni livornesi rischiano il linciaggio a Genova, dove
hanno la bella idea di riattraversare con un furgone porta consegne un corteo di
portuali in sciopero. Altri 7 giovani invece, aderenti al Centro Sociale
autogestito Villa Sansoni lo stesso giorno si recano in Comune per denunciare
il fallimento dell’amministrazione per quanto riguarda la questione abitativa:
sulla scalinata viene appeso uno striscione che recita “La casa è un diritto”.
Il gruppo dei sette, accompagnato dal consigliere di Democrazia Proletaria Luca
Stellati, viene ricevuto dall’Assessore Gianfranco Lamberti.
Prosegue intanto il grande sforzo organizzativo in vista degli ormai
imminenti concerti dei Pink Floyd. Domenica 21 la Pro Livorno di Renna e del
Presidente Corasco Martelli, ultima nel Girone A della C/1, subisce in casa il
5° ko interno, perdendo 0 a 3 con il Vicenza: la partita, che registra il
record negativo di incassi con 217 paganti, viene disputata mentre davanti alla
curva sud viene allestito il mega palco del concerto.
Il Picchi verrà invece riempito
il giorno successivo, lunedì 22 maggio 1989, in occasione del primo
concerto
dei Pink Floyd: circa 25 mila persone assisteranno allo show. Poco dopo
le 21
tutto ha inizio. Sul palco, come da programma, insieme ai tre Floyd
Gilmour,
Mason e Wright il gruppo di musicisti aggiuntivi: Jon Carin (tastiere e
voce)
Rachel Fury, Durga McBroom, Lorelei McBroom (cori), Scott Page (sax e
chitarra), Guy Pratt (basso e voce), Tim Renwick (chitarra), Gary Wallis
(percussioni). La scaletta fu
all’incirca quella degli altri show della tournée. Prima parte con Shine On You Crazy Diamond Pts.1-5.
Signs Of Life. Learning To Fly. Yet Another Movie. Round
And Around. A New Machine Pt. 1. Terminal Frost. A New
Machine Pt.2. Sorrow. The Dogs Of War. On The Turning Away.
E seconda parte con, One Of These Days. Time. On The Run. The
Great Gig In The Sky. Wish You Were Here. Us AndThem. Money ("versione estesa"). Another Brick In The Wall Pt.2. Comfortably Numb. Classico il bis di chiusura: Run
Like Hell. Su On the Run, dalla Curva Nord, partiva un letto sospeso
per aria che si andava a schiantare sul palco, al centro del quale campeggiava
l’immancabile schermo circolare sul quale venivano proiettati filmati e giochi
di luci.
Ma il letto non fu l’unico oggetto a volteggiare sulla
testa degli spettatori del Picchi: come da copione ad un certo punto si gonfio
ondeggiando minacciosamente in aria l’ormai celebre maiale gigante.
Grande la partecipazione del pubblico che in pratica cantò
quasi all’unisono tutta Wish you were Here: indimenticabile. Così come
resta indimenticabile l’incredibile battaglia di bottiglie di plastica che
volteggiarono prima del concerto sul prato del Picchi creando una sorta di
nugolo continuo e permanente per una buona mezzora. A parte qualche malore per
il caldo problemi comunque non ce ne furono. Qualche bottiglia più pesante
invece volteggio ripetutamente all’esterno, prima, durante e dopo lo
spettacolo. E non mancarono cariche della polizia per disperdere e fermare
gruppi di persone, nei pressi della Curva Nord, che il giorno dopo il giornale definiva essere teppisti, alcuni
dei quali già noti alle forze dell’ordine.
Più tranquilla fu invece la seconda serata, quella del 23
maggio, che si svolse in concomitanza con la Gara 3 tra Enichem Livorno e
Philips Milano, vinta poi dagli ospiti 69-73, che torneranno poi a
giocare a Livorno la Gara 5, che si concluse con un clamoroso furto in diretto
dello scudetto ai danni della squadra labronica. 15 mila persone assistettero alla
fine al secondo ed ultimo concerto dei Floyd a Livorno: forse meno del
previsto. E probabilmente gli organizzatori qualcosa persero in termini di
guadagno.
Incassò invece all’incirca 50
milioni il Comune e l’Assessorato allo sport. Bilancio dunque più che positivo
e quei pochi incidenti o disagi venivano comunque ridimensionati dalle cronache
di Elisabetta Arrighi e Maurizio Silvestri del Tirreno. Dalle stesse colonne
Carratori, da buon ottimista, si augurava che gli effetti dei laser dello show
agissero da sorta di detonatore per replicare in futuro eventi simili e per
scuotere in generale la città.
Livorno si risveglia dalla
storica due giorni con l’elezione a console della Compagnia Lavoratori Portuali
di Roberto Piccini, che ottenne il 70% dei voti, con una dirigenza monocolore
del PCI. I portuali che proclamano lo sciopero contro il ministro Prandini. Si
registra inoltre la morte di un operaio, proprio ad Ardenza, a poche centinaia
di metri dal luogo dello spettacolo: mentre stava lavorando in un ex
mangimificio cade in un volo di oltre 7 metri.
A Cannes Steven Soderbergh vince
la sua prima Palma d’oro con il film d’esordio Sesso, bugie e videotape.
Quasi a prevedere il futuro, Berlusconi presidente vittorioso della Coppa dei
Campioni a Barcellona, dove il suo Milan ha battuto lo Steaua per 4 a 0, lancia
grandi proclami per il futuro «Questo è l’inizio dell’era Milan!». Che voleva
dire: questo è l’inizio dell’era Berlusconi.
Ma forse il futuro era già in
corso: scorrendo le pagine del 24 maggio 1989 salta agli occhi un titolo: “Il
precario resta a casa”. Ci si riferisce ai supplenti a vita della scuola, dalle
70 mila alle 80 mila unità.
Già. Dopo tutto “non è altro che un altro mattone
nel muro…”
per Senza Soste, Lucio Baoprati
Livorno, 22-23 maggio 2009
La scorsa notte sono tornato violentemente in fissa con il pezzo che mi fece riscorpire i Floyd esattamente un anno fa.
Ho provato un'irrefrenabile desiderio di documentarmi sul triennio di concerti che seguirono la pubblicazione di A Momentary Lapse of Reason e sono capitato su questo articolo, dove ho trovato tutto ciò che cercavo e molto di più, tra cui un pizzico di nostalgia per non avere due decenni in più sulle spalle che mi avrebbero consentito di "accarezzare un'epoca".
Bello l'articolo.
RispondiEliminaPer il pezzo.... non credi che in ognuno di noi c'è un piccolo Jonathan Livingstone?!
In me c'era un piccolo maverick (il romanzo di Bach l'ho sempre evitato senza un motivo preicso). Poi ho capito che Top Gun era un'americanata da fasci e certe fisse mi sono passate, magari potrei ripartire da Bach...
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