I muezzin di Gaza recitando la professione di fede hanno annunciato
questa mattina la fine del mese di Ramadan e l’inizio della ricorrenza
islamica del Fitr. Tre giorni di festa, specie per i bambini,
che tanti qui a Gaza non potranno vivere. Troppi i lutti (oltre mille),
6mila feriti, le distruzioni di migliaia di case, le sofferenze. Sono
oltre 180 mila gli sfollati ammassati in scuole ed edifici abbandonati o
ancora in costruzione. Molte di queste persone non hanno più una casa e
sono destinate ad un futuro di estremo disagio.
Allo stesso tempo cresce di nuovo la speranza di un cessate il fuoco
permanente che metta fine alla devastante offensiva militare israeliana
contro Gaza cominciata l’8 luglio. I Paesi membri del Consiglio di
Sicurezza dell’Onu hanno approvato una risoluzione per una tregua
umanitaria incondizionata. Lo stesso ha chiesto Barack Obama durante una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano Netanyahu.
Il presidente americano ha anche precisato che qualsiasi accordo per
Gaza dovrà passare obbligatoriamente per il disarmo delle milizie
palestinesi, una delle richieste principali di Israele che, secondo il
governo Netanyahu, non era contemplata nella proposta di cessate il
fuoco del segretatio di stato John Kerry, respinta dallo Stato ebraico
la scorsa settimana.
Nella telefonata, Obama ha rimarcato l’importanza di garantire una sicurezza duratura a Israele, che passa attraverso la “smilitarizzazione di Gaza” e il “disarmo dei gruppi terroristici”. Ha tuttavia anche sottolineato “la necessità di stabilire un cessate il fuoco umanitario immediato, senza
condizioni per arrivare a una cessazione definitiva delle ostilità”, che
permetta ai palestinesi della Striscia di condurre una vita normale e
di avviare prospettive di sviluppo a lungo termine per Gaza.
E’ difficile credere che Hamas possa accettare il
disarmo di Gaza senza aver prima ottenuto un radicale cambiamento della
condizione di Gaza e dei suoi abitanti, tale da poter affermare di aver
raggiunto gli obiettivi dichiarati all’inizio del conflitto.
Da alcune ore regna una calma relativa a Gaza e nei centri abitati
israeliani vicini al territorio palestinese. Dalla mezzanotte non sono
stati lanciati altri razzi verso Israele e l’aviazione dello Stato
ebraico ieri sera ha cessato i suoi raid. In precedenza le due parti
avevano continuato a colpirsi e i bombardamenti israeliani avevano fatto
alcune vittime, tra le quali una donna della piccola comunità cristiana
palestinese.
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