Numerosi capi militari del “disciolto” Esercito per la liberazione del Kosovo (Uck) saranno perseguiti per crimini contro l'umanità e traffico d'organi di fronte al tribunale penale internazionale incaricato di giudicare i crimini di guerra commessi alla fine degli anni ’90 nella provincia serba cha grazie all’intervento militare della Nato ha dichiarato la propria indipendenza, non riconosciuta da Belgrado e da molti altri paesi.
Ad annunciarlo è stato il procuratore responsabile dell'inchiesta, lo statunitense Clint Williamson, nel corso di una conferenza stampa convocata a Bruxelles al termine del suo mandato.
"Le persone indagate erano tutte ai vertici della gerarchia militare dell'Uck" ha spiegato Williamson. "Al momento c'è un unico atto d'accusa che riguarda varie persone". Il procuratore non ha voluto fare i nomi di chi verrà incriminato, ma tra coloro che potrebbero essere processati ci sono esponenti di spicco della guerriglia kosovara, molti dei quali in questi anni sono diventati affermati leader politici e imprenditori. Tra loro potrebbe esserci anche l’attuale premier di Pristina, Hashim Thaci, allora comandante dell’UCK accusato di numerosi e gravi crimini anche dall'autore del rapporto del Consiglio d'Europa, Dick Marty.
"Non posso essere più specifico, ne entrare a questo livello di dettaglio in questa fase. Gli atti d'accusa verranno preparati quando il tribunale sarà stato allestito e per il momento dobbiamo restare discreti sul tenore della nostra inchiesta" ha spiegato Williamson. "Ma penso che le nostre conclusioni siano coerenti con quelle del rapporto Marty" ha sottolineato il procuratore capo della SITF, la task force investigativa dell’Unione Europea. L’organismo afferma di aver raccolto "prove convincenti contro alcuni ex alti esponenti dell'esercito di liberazione del Kosovo (Uck) per gravi violazioni del diritto umanitario internazionale, inclusi crimini contro l'umanità e crimini di guerra".
Le prove raccolte indicano, afferma il Sitf, "una campagna di persecuzione diretta contro serbi, rom e altre minoranze della popolazione del Kosovo e nei confronti di kosovari albanesi etichettati come 'collaboratori' dei serbi o semplicemente oppositori dell'Uck". Questa persecuzione, riconducibile all'Uck, è stata condotta tramite omicidi, rapimenti, sparizioni forzate, detenzioni illegali in campi in Kosovo e in Albania, violenze sessuali e altre forme di trattamenti inumani, sfollamento forzato, dissacrazione e distruzione di chiese e altri siti religiosi. Il che ha portato "ad una pulizia etnica di ampie fette di popolazioni di serbi e rom dalle aree a Sud del fiume Ibar". L’inchiesta ha dimostrato che alcuni membri dell'Uck hanno inoltre condotto una campagna di "violenze e intimidazioni fra il 1998 e il 1999 contro oppositori politici kosovari albanesi, incluse uccisioni, detenzioni illegali e trattamenti inumani" ha detto il procuratore a capo della task force Ue.
Williamson si trova ora in una "situazione senza precedenti", poiché è in grado di formulare un atto d'accusa, ma il tribunale in grado di riceverlo "dovrebbe essere creato all'inizio dell'anno prossimo" – il condizionale è d’obbligo – su iniziativa dell'Ue e di altri paesi.
Nel corso della conferenza stampa il rappresentante della task force speciale investigativa di Bruxelles ha d’altro canto affermato di non essere riuscito a raccogliere prove sufficienti sul più volte denunciato traffico di organi umani da parte della criminalità organizzata kosovara legata all’UCK. "Per perseguire queste accuse è necessario un livello di prove di cui ancora non disponiamo" ha detto Williamson a Bruxelles, aggiungendo che "le indagini proseguono". Secondo il procuratore capo sembra che la pratica dell’espianto di organi umani da soggetti non consenzienti "si sia verificata su una scala molto limitata" e che abbia colpito al massimo una decina di individui. Il traffico di organi "sarà ancora oggetto delle indagini in corso e tutto può succedere, c'è la possibilità che faccia parte dell'atto d'accusa", ha detto comunque il magistrato.
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