Il
cessate il fuoco è durato solo 12 ore, nonostante i tentativi di
estensione di altre quattro ore, fino alla mezzanotte di ieri sera. Dopo
le 19 italiane, le forze israeliane hanno aperto il fuoco e ucciso,
secondo il Ministero della Salute di Gaza, un uomo di 36 anni, Naem Abd
al-Aziz Abu Thaher, 36, a Deir al-Balah. Bombe anche su Rafah.
La portavoce dell’esercito israeliano ha affermato che due
missili sono stati lanciati dalle Brigate al-Qassam verso Tel Aviv alle
19.40, 40 minuti dopo la fine ufficiale della tregua. Le voci
di un accordo di estensione di altre 4 ore non sono così state
confermate. Contrastanti le voci su un’estensione di 24 ore della tregua
di ieri: alcuni media riportano le dichiarazioni del portavoce di
Hamas, Abu Zuhri, che si diceva d’accordo con un altro giorno di cessate
il fuoco. Secondo altre fonti, il governo israeliano ha ordinato la
ripresa dei bombardamenti dopo che Hamas non ha accettato l’estensione. Ieri
sera il gabinetto di sicurezza israeliano aveva accettato il
prolungamento della tregua di 4 ore su richiesta dell’Onu, ma le fazioni
palestinesi hanno rifiutato definendolo non valido in quanto “i carri
armati sarebbero rimasti dentro la Striscia e ai residenti non sarebbe stato possibile raggiungere le proprie case liberamente”.
Intorno alle richieste di Hamas, si sono stretti anche Jihad Islamica e Fronte Popolare che hanno dichiarato “inaccettabile un cessate il fuoco che non prevede il rispetto delle richieste della resistenza”.
Sale intanto il numero delle vittime palestinesi: dalle
macerie delle case di Shajaiye e altre comunità che nei giorni
precedenti sono state duramente colpite, i soccorritori hanno trovato
oltre 150 corpi, facendo così salire il bilancio a oltre mille vittime.
Quasi 6mila i feriti. Aumentano i morti anche tra i soldati israeliani:
secondo fonti militari israeliane, sarebbero 43 i soldati uccisi
durante l’offensiva contro Gaza.
E mentre tra le righe dei media israeliani, compare la notizia delle
rivelazioni riportate dal corrispondente della BBC, Donnison (il
portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld avrebbe rivelato che
dietro il rapimento dei tre coloni il 12 giugno scorso non c’era Hamas,
ma una cellula isolata), una piccola parte della società
israeliana dice no all’attacco contro Gaza. Ieri sera a Tel Aviv 5mila
persone hanno marciato nonostante i tentativi della polizia di impedire
la protesta. Durante la giornata le forze di polizia hanno
bloccato autobus provenienti da Haifa e Gerusalemme e minacciato di
arrestare chiunque avesse preso parte alla manifestazione. Il movimento
pacifista ha marciato comunque, con numeri molto elevati per una
protesta a Tel Aviv, portando cartelli con su scritto “Basta
occupazione” e “Stop al massacro di Gaza”. Quattro gli arrestati.
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