Ucraina, crisi di governo: il premier Iatseniuk si è dimesso. Maggioranza nazionalista in frantumi. Si va a elezioni anticipate con l’avvio dell’inverno. L’Ue decide un elenco di persone e di enti vicini a Mosca da sanzionare ma i conti chi li paga? Intanto a Donetsk si continua a combattere.
La guerra nell’Ucraina orientale che continua, la tregua con i separatisti sempre più lontana, l’aereo abbattuto e i rimpalli di responsabilità spesso grossolani che non hanno aiutato la credibilità di Kiev, l’innamoramento occidentale che va esaurendo le sue fiammate di passione e soldi, la dialettica politica interna dopo Maidan che ancora fa a pugni se si è trattato di rivoluzione o colpo di Stato. Poi tutto esplode in un colpo solo. Il primo ministro ucraino Arseni Iatseniuk ha annunciato ieri le sue dimissioni. Accuse gravi alla composita maggioranza uscita dalle urne di un Paese lacerato.
L’ex premier ucraino Arseni Iatseniuk (a sinistra) in Parlamento |
Inverno terribile quello che si prepara per l’Ucraina, e non solo. L’Unione europea, su sollecitazione statunitense, decide ulteriori sanzioni contro la Russia. Settori economici sensibili come banche, difesa, alta tecnologia compresa quella utilizzata dal settore energetico. In particolare, ci sarebbe il divieto per le banche europee di acquistare debito privato russo. Il negoziato fra gli ambasciatori appare difficile perché si punta a distribuire equamente il peso economico delle sanzioni sui diversi paesi, e ognuno ha interessi diversi nei rapporti con la Russia. Conti salati quelli sul fronte ucraino.
I costi insostenibili della guerra interna |
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento