Tre anni e sei mesi per il reato di corruzione: a tanto oggi la II sezione del Tribunale di Roma ha condannato Raffaele Marra, già eminenza grigia della giunta Raggi, che lo aveva individuato come braccio destro della sindaca e super dirigente del cambiamento. Peccato che nel 2013 avesse acquistato, con lo sconto e senza averne i requisiti, una casa Enasarco in via dei Prati Fiscali grazie a una mazzetta di 367mila euro ricevuta dal costruttore Sergio Scarpellini, morto il 20 novembre scorso.
Asia USB, assistita dall’avvocato Vincenzo Perticaro, si era costituita parte civile nel processo contestando proprio la possibilità avuta da Marra – all’epoca direttore dell’ufficio delle Politiche abitative del Comune di Roma e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa di comprare la casa Enasarco, per di più scontata del 40%.
L’ex vicecapo di Gabinetto di Roma Capitale è stato così condannato anche al pagamento di 50mila euro ad Asia USB per il risarcimento del danno, oltre a circa 10mila euro in spese legali a favore dell’avvocato Perticaro.
Il Tribunale ha interdetto Marra dai pubblici uffici per anni 5, dichiarandone estinto il rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione, oltre ad aver disposto la confisca dell’appartamento comprato da Enasarco insieme al garage. Il pm Barbara Zuin aveva chiesto per Marra una condanna a 4 anni e 6 mesi.
Il Tribunale ha ordinato la trasmissione degli atti alla Procura competente per procedere penalmente nei confronti di alcuni testimoni della difesa: Maria Antonietta Correale, dipendente del Comune di Roma e all’epoca segretaria del Marra; Claudio Togna, notaio che ha redatto gli atti di compravendita della casa Enasarco; il commercialista Emanuele Ceci del gruppo Scarpellini.
Asia USB e l’avvocato Perticaro hanno espresso soddisfazione per il risultato raggiunto. La condanna di Marra porta finalmente un raggio di luce e di giustizia, nel malaffare di molti dirigenti che si occupano e si sono occupati di edilizia pubblica nel territorio capitolino.
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