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14/08/2025

Sette anni dal crollo del Ponte Morandi: nessuna giustizia, solo profitti e ipocrisia

Oggi ricorre l'anniversario del crollo del Ponte Morandi a Genova.

43 vite spezzate, famiglie distrutte, una città ferita. Tutti sapevano che quel ponte non era sicuro: lo sapevano i vertici di Autostrade per l'Italia, lo sapevano i governi che hanno privatizzato e lasciato che un'infrastruttura vitale fosse gestita come un bancomat, lo sapevano i tecnici e i manager che guardavano i bilanci invece delle crepe.

Sette anni dopo, non c'è ancora una condanna definitiva. Non c'è giustizia. Le responsabilità vengono diluite, i processi trascinati, mentre il dolore di chi ha perso qualcuno resta senza risposta. E come se non bastasse, chi quel ponte lo ha lasciato marcire e crollare ha ricevuto in regalo l'appalto per il nuovo tunnel subportuale di Genova. È l'ennesimo insulto alle vittime, alla città, a chi crede che la vita venga prima del profitto.

Il Ponte Morandi è il simbolo di un intero sistema: un sistema che considera la sicurezza e la vita umana un costo da tagliare, e i dividendi l'unico obiettivo. Un sistema in cui lo Stato privatizza i guadagni e socializza le tragedie, e in cui la verità viene insabbiata per proteggere i potenti.

Noi non dimentichiamo e non perdoniamo.

Chiediamo giustizia vera, condanne per i responsabili e la fine dell'impunità per i colossi privati che gestiscono infrastrutture pubbliche. Chiediamo che la gestione delle autostrade torni sotto controllo pubblico, trasparente e partecipato. Chiediamo che mai più il profitto venga prima della sicurezza.

Il crollo del Ponte Morandi non è stata una fatalità: è stata una strage annunciata. E finché questo sistema continuerà a mettere i bilanci davanti alle persone, continuerà a produrre morte e disuguaglianza.

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