Obama l’incerto, attorno all’Ucraina gioca pesante spintonando un Europa senza spina dorsale. Ma il Cremlino reagisce. Il ministero degli Esteri russo comunica un piano di contromisure in risposta alle ultime sanzioni annunciate dagli Stati Uniti e dall’Ue. Da LookOut la black list del Cremlino
Obama l’incerto spintona l’Europa con trasparente arroganza. «Wake-up call», datti una sveglia cara Ue e tanto inconsueto decisionismo ruota attorno all’Ucraina. Sul tema c’è in pagina una analisi articolata di Michele Marsonet. Qui interessano fatti. Registrare - ad esempio - che il Cremlino oggi reagisce. Il ministero degli Esteri russo comunica un piano di contromisure in risposta alle ultime sanzioni annunciate dagli Stati Uniti e dall’Ue. Da LookOut la black list del Cremlino. Un problema prevedibile ma rimosso nella inconsistenza politica di Bruxelles che litiga su ministri Valore Zero.
Iraq, campo di detenzione di Abu Grahib |
Il ministero degli Esteri di Mosca ha infatti presentato una lista di 12 cittadini americani non graditi al Cremlino, per i quali da adesso è previsto il divieto di entrare in territorio russo. Figure di alto livello delle forze armate statunitensi. Figure imbarazzanti. Di queste, dieci sono collegate allo scandalo scoppiato nell’aprile del 2004 per le torture perpetrate dai militari americani nei confronti dei detenuti iracheni nel carcere di Abu Ghraib, nei dintorni di Baghdad. Le altre due sono invece collegate ai trattamenti disumani cui sono stati sottoposti i prigionieri del carcere di Guantanamo.
Botta dura. Tra i nomi, quello del contrammiraglio Richard W. Butler, comandante della task force dell’esercito Usa impiegata a Guantanamo, accusato di aver ordinato “l’uso della forza per porre fine allo sciopero della fame organizzato dai detenuti”. Altro personaggio del disonore, Ricardo Sanchez, generale alla guida delle forze di terra in Iraq nel 2003,“direttamente responsabile della gestione e del controllo” del carcere di Abu Ghraib. E il giudice distrettuale Gladys Kessler, che si era pronunciato a favore della legittimità dell’alimentazione forzata al Camp Delta di Guantanamo.
Cuba, campo di prigionia statunitense di Quantanamo |
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