In questi giorni si recita a soggetto. Nonostante i venti di crisi globali siano più forti di prima, nonostante lo spread sia di nuovo al livello della Spagna (e non è certo un buon segno), la politica di palazzo nazionale non esce dal suo buco: bisogna tenere in piedi il governo e trovare una soluzione per il problema Berlusconi. Il resto serve a questo, non viceversa.
Così la pantomima sull'Imu (per il riassunto dei dettagli di quanto deciso dal consiglio dei ministri di ieri vi rimandiamo al servizio de IlSole24Ore, qui sotto) ha il solo scopo di consentire alle "colombe" del Pdl di sbandierare un "successo" e a Berlusconi di vedersi confermato come leader influente sul programma di governo.
Come notano anche i giornali berlusconiani doc, però, questa è una vittoria inutile, anzi disarmante. Perché ora il Presidente Detenuto non ha un altro diversivo per provocare la caduta del governo nel caso la giunta del Senato decida per la sua decadenza da senatore e l'ovvia incandidabilità futura. Se il Cavaliere deciderà in quel caso per il "muoia Sansone con tutti i filistei" (minuscolo, per forza...) non avrà alibi e dovrà farlo soltanto perché si sarà dato corso a un dispositivo di una legge (la "Severino") che lui stesso ha votato con le proprie mani.
Sul punto, vediamo che molta "sinistra manettara" balla la rumba aspettando la detronizzazione del senatore Berlusconi, ignorando però che la legge Severino ha di mira non soltanto l'estromissione dei "corrotti" dalla vita pubblica e amministrativa, ma soprattutto di quegli attivisti che incorrono nelle denunce a grappolo per le lotte sociali. Il precedente di Andrea "Tarzan" Alzetta dovrebbe essere illuminante, in proposito (qualsiasi cosa si pensi della sua attività precedente nel consiglio comunale di Roma). Basti pensare a tutti quei compagni, da Giobbe dei No Tav a Davide Rosci, e a centinaia di altri, che si vedranno preclusa qualsiasi partecipazione alla vita politica "ufficiale" nel prossimo futuro.
Ma torniamo al nodo-Imu. Con la più classica delle prestidigitazioni democristiane, Letta il Giovane - con il decisivo supporto tecnico del ministro Saccomanni - ha fatto sparire l'Imu per quest'anno, facendola ricomparire sotto altro nome nel prossimo. Il nome è già preoccupante - "Taser", come le pistole traumatizzanti in uso a molte polizie mondiali - ma soprattutto è ancora misterioso il meccanismo di questa "tassa sui servizi" che ruotano intorno alla casa.
Letta il Giovane ha tenuto infatti a precisare che non si incentrerà sul "concetto di proprietà", ma appunto sui servizi. Ora la prima questione che sorge è semplice: i servizi (fogne, strade, rifiuti, ecc) devono essere garantiti a tutte le abitazioni. Siano di proprietà, lussuose o miserande, ma anche a quelle in affitto e alle case popolari. Che infatti già pagano la tassa sui rifiuti, per esempio.
Trasferire dalla "proprietà" al "servizio" il bersaglio della tassazione puzza moltissimo di "spalmatura del prelievo" a prescindere dal reddito. Il meccanismo, dicevamo, è ancora solo nella testa dei tecnici del governo, ma il problema si pone.
Basta guardare cosa è accaduto per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga. Per trovare le "coperture" finanziarie alla cancellazione dell'Imu 2013 è stato dimezzato il miliardo necessario a tenere in vita i lavoratori cassintegrati. Non solo: gli "esodati" da tutelare sono stati ridotti a soli 6.500, ovvero quanti si erano licenziati volontariamente contando sulla legge pensionistica prima della criminale "riforma Fornero". Per tutti gli altri "si vedrà".
In secondo luogo, sempre in tema di casa, il governo spinge ancora di più sul pedale dell' "acquisto" dell'immobile, ignorando totalmente la condizione reale delle "giovani coppie". Le quali non possono accedere ai mutui, a dispetto della minutaglia "incentivante" decisa dal governo, perché nessuna banca ritiene sufficiente uno o due "lavoretti precari". Chiunque sia andato a uno sportello bancario negli ultimi anni sa benissimo che non bastano più neppure due lavori "a tempo indeterminato"; nemmeno se "statali".
In una condizione di mercato simile, logica vorrebbe che si rispolverasse la sana politica dell'edilizia popolare pubblica, ovviamente gestendo le assegnazioni in base ai bisogni e non alle raccomandazioni. Non potrebbe neppure essere vietato "dall'Europa", visto che in Francia e Germania circa il 40% degli immobili è di proprietà pubblica. No. Anche questo governo punta sulla "proprietà della casa", e la cosa gli si ritorce contro al momento di formulare una qualche forma di tassazione (come avviene peraltro in tutto il mondo).
Tutte buone ragioni in più per le mobilitazioni dell'autunno. È chiaro infatti che a questo governo le condizioni di vita della maggioranza della popolazione interessano quanto un fastidio ai denti: se fa male, si fa qualcosa (più con la polizia che con le politiche sociali). La loro unica preoccupazione è sistemare le proprie faccende. Tanto "il programma" viene dalla Troika...
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