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01/12/2018

La Germania chiede alla Francia di cedere alla Ue il seggio nel Consiglio di Sicurezza

I francesi sicuramente vivono una situazione meno disperata dei greci e forse anche di altri, sebbene la mobilitazione dei “gilet gialli” delle settimane scorse dimostri quale fuoco covi sotto la cenere. Ad ogni modo, la Francia è forse quella che, in termini di peso politico ed economico relativo, ha perso di più con l’euro a favore della Germania. E pensare che l’euro doveva essere, secondo le intenzioni delle élites francesi, la cintura di contenimento dell’egemonia continentale della Germania riunita e in questo modo ormai molto più forte di Francia, Regno Unito e Italia.

Eppure molti pensano che l’Europa sia governata da un asse franco-tedesco. Cosa che certo l’élite statale ed economica francese vorrebbe. Invece, l’asse franco-tedesco è così forte che, è notizia di ieri, la Germania ha chiesto alla Francia di rinunciare al seggio permanente all’Onu a favore della Ue. Questa proposta dimostra che o il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz, latore della proposta, ha avuto recentemente un problema con qualche sostanza psicotropa o che si tratti di una provocazione per far arrabbiare i francesi.

Praticamente sarebbe la rinuncia della Francia all’importante diritto di veto in Consiglio di sicurezza, che è uno dei pochi elementi di superiorità, oltre all’arma nucleare (e a un qualche residuo di capacità di proiezione militare all’estero), che la Francia si può giocare in un rapporto di forza con la Germania. Se poi ci fosse qualcuno che pensasse a questa proposta come a una mossa finalmente europeista, dovrebbe riflettere sul fatto che non esiste alcuna base per una politica estera europea. Ne sa qualcosa l’Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, signora Mogherini, politica già di belle speranze, ma scomparsa dai radar mediatici e politici da anni. Nei fatti sarebbe proprio la Germania a esercitare una egemonia su come sarebbe usato quel potere di veto, associando così a una potenza economica notevolissima anche un potere politico, che fino ad ora le mancava.

Insomma la Germania comincerebbe a superare l’esclusione dal novero degli stati che decidono, dovuta agli esiti della Seconda guerra mondiale e al peso morale del nazismo e ricomincerebbe a essere una potenza globale a tutti gli effetti. Una condizione che, nel passato, ha portato a due disastri mondiali. Negli ultimi anni la Germania ha dimostrato di essere capace di fare grandi danni, destabilizzando gli equilibri, non solo europei, anche solamente da potenza economica, con i suoi enormi surplus nello scambio estero.

Nel frattempo la Francia deve subire una serie di umiliazioni e di perdite di potere, cercando di rifarsi in Africa, con una politica coloniale sempre più marcata e militarmente aggressiva, e in Europa di rivalersi sull’Italia, dando ai leghisti di casa nostra la scusa buona per atteggiarsi a difensori della patria e “buttarla in caciara” su tutta una serie di questioni, immigrazione compresa. Insomma, altro che cooperazione europea. Piuttosto un altro degli effetti degenerativi dell’euro e dei trattati europei. E pensare che c’è ancora chi pensa che l’integrazione europea ostacoli la rinascita del nazionalismo.

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