La Turchia ripete di non volere la guerra con la Siria, ma continua a
prepararsi ad una invasione in grande stile e negli ultimi giorni sta
ammassando armi e truppe al confine con il paese sconvolto da una guerra
civile che ha già provocato decine di migliaia di vittime. Circa 250
carri armati di Ankara sono ora schierati lungo la frontiera, riferisce
la stampa di Ankara, mentre 70 caccia bombardieri sono stati trasferiti a
Diyarbakir e Malatya e alla base di Kurucek è stato attivato il sistema
radar antimissili dello 'scudo' Nato. La tensione, insomma, resta
altissima. E si alza anche al confine con il Libano, dopo che dieci
razzi lanciati da jet siriani durante un attacco contro postazioni
ribelli sono caduti fuori bersaglio nella valle della Bekaa, in
territorio libanese, senza fare vittime. In Turchia invece un F16 turco è
decollato da Diyarbakir (due secondo alcune fonti) per andare
'incontro' a un elicottero militare di Damasco nella zona del villaggio
siriano di Azmarin - teatro di scontri fra ribelli sunniti e forze
governative - che si era presuntamente avvicinato al confine.
Non cala neppure la contrapposizione tra Turchia da una parte e Siria e
Russia dall’altra dopo che i caccia di Ankara hanno di fatto dirottato
un aereo di linea di Damasco con decine di passeggeri a bordo con la
scusa che il volo trasportava ‘armi russe’.
Ieri il premier islamico
nazionalista turco Recep Tayyip Erdogan ha rivendicato il dirottamento –
definito invece un ''atto di pirateria'' da Mosca e Damasco -
sostenendo che a bordo dell'aereo c'erano ''munizioni'' e
''attrezzature'' militari russe per la Siria. Damasco lo ha accusato di
''mentire'' e lo ha sfidato a ''mostrare'' le presunte armi sequestrate
per ''provare quanto dice''. Anche Mosca smentendo Ankara ha affermato
che a bordo del velivolo non c'erano armi ma solo “materiale tecnico
elettrico per stazioni radar”. Materiale non vietato dalle dure sanzioni
imposte dalla cosiddetta comunità internazionale contro la Siria.
Intanto
la maggioranza dei deputati turchi ha bocciato una mozione di censura
presentata dal leader dell'opposizione di centrosinistra Kemal
Kilicdaroglu contro il ministro degli esteri di Ankara Ahmet Davutoglu,
accusato di attuare una politica ''pericolosa e rischiosa per il
paese''. Il nuovo atto di sostegno del parlamento turco alla strategia
guerrafondaia del governo dell’Akp segue la concessione di un mandato
all’esercito affinché possa realizzare operazioni militari oltreconfine
per ben un anno, una vera e propria delega in bianco propedeutica alla
guerra.
Ieri i comandi dell’esercito turco hanno negato la
presenza alla frontiera con la Siria di commandos militari di Stati
Uniti e Francia, smentendo quanto pubblicato dal quotidiano britannico
The Times secondo il quale forze speciali di Parigi e Washington erano
da settimane attive nella base aerea turca di Incirlik.
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