Questa mattina sono iniziati i colloqui a Ginevra tra il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov e il segretario di Stato Usa Antony Blinken sullo sfondo delle tensioni in Ucraina.
Blinken, è reduce dal viaggio a Kiev dove ha promesso 200 milioni di dollari in più in aiuti militari all’Ucraina. Secondo l’agenzia AFP, gli Stati Uniti hanno approvato le richieste dei paesi baltici di spedire armi di fabbricazione americana in Ucraina. Mentre Mosca ha annunciato grandi esercitazioni navali in diverse parti del mondo.
“Non ci aspettiamo svolte dai colloqui con Blinken, ma risposte”, ha dichiarato Lavrov prima dei colloqui. Anche per il Segretario di Stato Usa “siamo in un momento critico e non ci aspettiamo di risolvere i contrasti oggi”.
Emergono intanto nuovi dettagli sulle richieste di Mosca per scongiurare una escalation militare in Europa. La Russia chiede il ritiro delle truppe straniere della Nato dalla Romania e dalla Bulgaria, membri dell’Alleanza atlantica dalla seconda metà degli anni ’90, e lo chiede nell’ambito di un trattato scritto per la de-escalation della crisi ucraina. “Non c’è ambiguità – scrive il ministero degli Esteri russo – si tratta del ritiro delle forze straniere, degli equipaggiamenti e degli armamenti, al fine di tornare alla situazione del 1997 in quei Paesi che all’epoca non erano membri della Nato. È il caso della Romania e della Bulgaria”.
Tra le proposte c’è la richiesta che il blocco militare guidato dagli Stati Uniti rilasci garanzie scritte che non si espanderà ulteriormente verso i confini della Russia, impedendo di fatto all’Ucraina di entrare in futuro a far parte dell'Alleanza Atlantica. Inoltre, Mosca insiste affinché la NATO si astenga dall’attività militare sul territorio degli Stati dell’ex Patto di Varsavia che hanno aderito dopo il 1997, dopo la caduta dell’Unione Sovietica.
Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha criticato le richieste di Mosca, affermando che il Mosca non ha alcun diritto di veto sugli sforzi dell’Ucraina per aderire all’Alleanza Atlantica e che non accetterà un sistema di adesione “a due livelli” che gli impedisca di schierare truppe in alcuni stati.
La Russia insiste sul fatto che le misure sono necessarie per evitare conflitti, con il presidente Vladimir Putin che ha ribadito come l’Occidente ha “ingannato” la Russia assicurandole negli anni ’90 che la Nato non si sarebbe estesa nello spazio lasciato dalla caduta dell’Unione Sovietica. Successivamente invece furono ammesse Polonia, Bulgaria, Romania e repubbliche baltiche, e si è cercato di fare altrettanto con Georgia e Moldavia.
Parlando prima della riunione di oggi, Blinken ha avvertito che le possibilità di raggiungere un accordo sono ancora improbabili. “Non mi aspetto alcuna svolta”, ha detto, sostenendo che l’incontro sarebbe un’occasione per “vedere quali conclusioni ha tratto la Russia da questi contatti diplomatici”.
I paesi dell’alleanza euro-atlantica hanno affermato fino ad oggi che non combatteranno la Russia direttamente sull’Ucraina, ma che hanno preparato dure sanzioni economiche, la cui minaccia ha lo scopo di scoraggiare Mosca.
Ma su questa posizione si registra l’apparente riluttanza di alcuni paesi europei ad agire con determinazione. Secondo quanto riferito, l‘opzione di tagliare la Russia dal sistema di trasferimento bancario internazionale Swift è stata abbandonata poiché probabilmente danneggerebbe troppo l’Occidente stesso.
Circolano inoltre indiscrezioni che ci sia disaccordo all’interno dell’UE sul fatto che le azioni russe che non costituiscono un’aggressione militare debbano far scattare automaticamente le sanzioni.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, alcuni paesi europei, ad esempio, non vogliono un’ulteriore escalation rispetto agli attacchi informatici.
Più pericoloso invece è il ruolo che sta giocando la Gran Bretagna, ora fuori dall’UE, che ha preso l’iniziativa di spedire più armi all’Ucraina, inviando aerei pieni di missili anticarro e altro materiale bellico per sostenere le truppe ucraine. Gli aerei cargo militari britannici però hanno dovuto volare attraverso la Danimarca e la Polonia, a causa dell’opposizione della Germania all’armamento dell’Ucraina
Dal canto suo il governo russo non ha dato segni di reazione ad un’iniziativa del Parlamento russo che è tornata a chiedere il riconoscimento delle repubbliche del Donetsk e Lugansk come stati indipendenti.
La Duma terrà consultazioni la prossima settimana su una proposta per riconoscere l’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Luhansk nel Donbass. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto ai deputati russi che è importante non cercare di segnare punti politici a proprio favore in una situazione così delicata.
Difficile prevedere come andranno i colloqui bilaterali tra Usa e Russia, dai quali ancora una volta è stata tenuta fuori la Ue. Eppure anche gli stolti hanno compreso che un eventuale conflitto coinvolgerebbe proprio e soprattutto l’Europa. Morire per Kiev o morire per Washington non sembra essere una prospettiva molto allettante.
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