Un'indiscrezione, proveniente dai blog di centrosinistra, afferma che nel comitato elettorale di Bersani, evidentemente più preoccupato di Berlusconi che del Milan, si sostiene che se l’effetto Balotelli sposta voti allora questo paese non ha speranza. In realtà il Pd dovrebbe preoccuparsi più del fatto che sta calando nei sondaggi perché, a parte l’effetto Monte dei Paschi, non ha alcuna proposta percepibile dal proprio elettorato di riferimento. Oppure, se si preferisce, siccome l’eventuale programma di governo, compatibile con il suicidio chiesto dall’eurozona, è meglio nasconderlo allora Bersani ha preferito una campagna elettorale fatta di pallido identitarismo, politicismo e affermazioni contraddittorie.
Ma
il calcio sposta o no i voti in campagna elettorale? E’ presto detto.
L’effetto Milan moltiplica i voti quando la campagna elettorale per
Berlusconi è in ascesa e non li aumenta quando il consenso per il
centrodestra è in discesa. Insomma il calcio funziona solo come
moltiplicatore in positivo e non come processo di inversione di
tendenza. Qualche esempio? Nel 1994, dopo la vittoria elettorale alle
politiche, la trionfale vittoria del Milan nella finale di coppa dei
Campioni ad Atene (4-0 contro il Barcellona) ha sicuramente aiutato
Forza Italia a raggiungere il 30 per cento dei voti alle europee del
giugno di quell’anno. Perché il calcio, dopo l’elezione di Berlusconi di
quell’anno, moltiplicava l’effetto di potenza attorno al brand del
cavaliere. Come già lo aveva fatto nella campagna elettorale per le
politiche dei mesi precedenti, frutto di un lungo processo di
accumulazione di potenza dell’immagine di Berlusconi. Nel 2011 la
vittoria del Milan nel campionato italiano di calcio, nello stesso
giorno delle elezioni comunali a Milano, ebbe un effetto nullo sulle
amministrative. E fu la tornata elettorale in cui Pisapia colse una
storica vittoria a Milano. Perché il consenso verso Berlusconi era già
logorato da un biennio di crisi, oltre dallo spettacolo degradante del
bunga-bunga (che il Pd non ha usato in campagna elettorale, segno che
può o vuole pungere il Cavaliere fino ad un certo punto). Balotelli può
quindi servire non tanto a far votare i tifosi, il voto per puri motivi
calcistici è di una strettissima minoranza, ma come elemento che
finisce per completare la catena di motivazioni per il voto a
Berlusconi. Diciamo che ci possono essere motivazioni latenti (tipo
“voterei Berlusconi perché ci saranno meno tasse”, perché “tre anni fa
si stava meglio”, perché “la sinistra opprime la mia libertà personale”)
ma ancora non emerse a livello di decisione di voto (perché “Berlusconi
è vecchio”, oppure perché “tanto sono tutti ladri”) che possono trovare
nel simbolico di Balotelli (un acquisto, qualcosa di nuovo, un bene
privato, di Berlusconi, al quale però è ammessa la fruizione pubblica)
un elemento scatenante che le porta davvero ad emergere.
Quanto
può valere questo processo in termini percentuali? Bisognerebbe farci
sopra un sondaggio serio, non solo con un campione statistico
rappresentativo ma anche sondando i social network, comparando il tutto
con una serie di focus group. Tutte cose che i sondaggisti di
Berlusconi, che evidentemente hanno suggerito al Cavaliere di fare la
sparata su Mussolini, sanno fare e che non sono patrimonio immediato dei
movimenti. E che nella ricerca scientifica pubblica risulta molto
difficile fare almeno in tempi politici. Ad occhio si comprende che
Balotelli non sembra ancora in forma per la rimonta dei rossoneri verso
la Champions ma torna più utile come brand per quella di Berlusconi al
senato. Dal riscontro tra i possibili astenuti fisiologici prima
dell’acquisto del centravanti e quello dei votanti a fine febbraio,
un’idea più solida ne verrà fuori. Visto che gli astenuti a questa
tornata sembravano essere proprio i delusi di Silvio.
Va
infine detto che, se l’effetto Balotelli si confermerà, l’ultima cosa
di cui si ha bisogno è del catastrofismo di sinistra. Basta investire,
in termini comunicativi e sociali, nella fruizione dal basso del
“piccolo” e del grande sport e certi fenomeni riducono, e non di poco,
la loro portata moltiplicatrice di voti. Il centrosinistra, che ai
tifosi ha regalato le leggi Amato mettendo in seria difficoltà le
relazioni sociali presenti nelle curve, ovviamente da questo orecchio
non ci sente. Salvo terrorizzarsi davanti ai possibili effetti
Balotelli. Ma non è certo per il centrosinistra che scriviamo note come
queste.
Redazione
31 gennaio 2013
Fonte
...
RispondiEliminaPurtroppo la politica si fa anche così, in tutto il mondo. Coglioni quelli che non l'hanno capito a tempo debito (la sinistra parlamentare del cazzo) e che sono convinti d'essere più furbi di Berlusconi che viene sempre dato per finito e ogni 5 anni rinasce come l'araba fenice.
RispondiElimina