Non si sentiva bisogno di un altro contafrottole nella politica
italiana. E invece è arrivato, ha distrutto i diritti del lavoro e del
welfare e spara falsità su ogni argomento che gli capiti a tiro.
Se uno non conosce la storia del professor Monti ci può anche
cascare. Ma se lo si è visto percorrere, negli ultimi 40 anni, i
corridoi di tutti i "gruppi di pressione" organizzati da multinazionali e
banche per influenzare le scelte degli Stati, non si può che incazzarsi
a leggere le sue dichiarazioni oggi sui giornali.
Prendiamo da Repubblica (uno degli organi che più ottusamente lo ha sponsorizzato dal novembre 2011):
Monti: "E' una nuova Tangentopoli. Come nel 1992, ma con meno speranza".
Il
premier commenta le recenti vicende giudiziarie e le parole di
Berlusconi sulle tangenti come commissioni all'estero: "La politica si è
seduta, siamo passati dalla partitocrazia alla partitorazzia".
Suggestivo, nevvero?
Berlusconi è quel che è. La sua "difesa" del malaffare è costitutiva della persona e del personaggio.
Ma
due sentite parole vanno dirette contro Mario Monti, sottolineando
proprio quel che il premier uscente vuol nascondere con le sue
dichiarazioni.
In questi giorni assistiamo a una serie inarrestabile di arresti nella classe dirigente. Ma tutti riguardano imprenditori.
Ricordiamo i principali, anche se sicuramente ne dimenticheremo
qualcuno anche importante, partendo dalla sola giornata di ieri.
- Arrestati il presidente del Cagliari calcio Massimo Cellino, il sindaco di Quartu Mauro Contini e l’assessore ai Lavori pubblici del Comune Stefano Lilliu. Il
quadro accusatorio è relativamente semplice: l'imprenditore, per
costruire uno stadio senza le autorizzazioni necessarie, ha corrotto due
amministratori locali di peso politico zero. Chi è il protagonista del
reato? L'imprenditore-sòla con i soldi fatti in chissà che modo, oppure i
due furbetti che lo hanno visto come l'occasione della loro marginale
vita?
- Con l'accusa di bancarotta fraudolenta è stato arrestato Angelo Rizzoli,
noto imprenditore, produttore televisivo, produttore cinematografico ed
ex editore (era suo il Corriere della Sera, mica La Gazzetta di
Rivosotto...). Figlio di Andrea Rizzoli, presidente dell'omonima casa
editrice, che negli anni Settanta era il primo gruppo editoriale
italiano. La Procura di Roma contesta a Rizzoli un crac finanziario da
30 milioni di euro. Sequestrate società e immobili per un valore di 7
milioni. L'accusa è aver aver dolosamente portato al fallimento 4 delle
società controllate: Produzioni internazionale S.r.l., Ottobre Film
S.r.l., Delta Produzioni S.r.l. e Nuove Produzioni S.r.l..
Nell'inchiesta risulta indagata anche la moglie, Melania De Nichilo che è
anche deputato del Pdl, accusata di concorso in bancarotta. La
"politica" in questo caso è la moglie, presentata cinque anni fa come un
esempio del "mondo imprenditoriale che scendeva (o saliva) in
politica".
- Arrestato il finanziere Alessandro Proto,
accusato di manipolazione del mercato e ostacolo all'attività degli
organi di vigilanza. Secondo il gip che ha firmato l'arresto "ha eseguito numerose
comunicazioni al mercato rivelatesi all'esito delle indagini non
attendibili". A Proto viene contestato anche il reato di ostacolo
all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza "per
avere omesso di comunicare alla Consob puntuali informazioni in ordine
alle operazioni di compravendita aventi ad oggetto titoli quotati su
mercati regolamentati". Uno squaletto della finanza, dunque; un rampante
che vuol dimostrare di essere il più affamato dell'acquario. E che
pensava di proporsi come "il nuovo Berlusconi". Anche qui, dunque, la
squallida "politica" italiana c'entra come il due di coppe; o come un
traguardo per meglio farsi gli affari privati.
- Arrestato ieri anche l'ex capo dell’area finanza di MontePaschi Gianluca Badassarri
per ostacolo all’autorità di vigilanza nell’ambito dell’inchiesta
condotta dalla procura di Siena sull’istituto bancario. In una nota, i
magistrati senesi spiegano che Baldassarri è stato fermato «ricorrendo
il concreto pericolo di fuga, evidenziato tra l’altro dalla
richiesta di smobilizzo di titoli per un controvalore superiore al
milione di euro, effettuata in data successiva al sequestro eseguito il 7
febbraio». Insomma, ritirava i soldi dai conti noti e li spostava verso
altri per impedire che gli venissero sequestrati e poterseli godere
ancora, magari da Miami. La Guardia di Finanza la scorsa settimana gli
aveva sequestrato 40 milioni di euro fatti rientrare dall'estero grazie
allo "scudo fiscale" di Tremonti. L’ex-dirigente di Mps era già indagato
a Siena per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Qui la
"politica" c'entra eccome. Ma Mps era diventata la "camera caritatis"
dove il Pd aveva un ruolo, il Pdl uno minore e la massoneria quello di
collante. Detto in altri termini: era la banca a comandare ormai sulla
politica (specie senese e toscana), non viceversa.
Riassumendo:
la "razzia" denunciata da Monti è realizzata ogni giorno da imprenditori
privati che si appropriano e dilapidano risorse pubbliche (finanziarie o
"in natura"). Ma quale Tangentopoli, dunque. Questi sono i pirati che
Monti ha sempre benedetto. E che anche ora intende proteggere alzando -
come un Grillo qualsiasi - urla contro "la politica". Che non esiste
ormai più, occupata com'è da "società civili" animate da auri sacra fames...
Per
concludere. C'è "meno speranza" di venti anni fa perché la "carta di
riserva" allora agitata dai populisti - radiamo al suolo "i politici" e
diamo pieni poteri alla "società civile" - è già stata giocata. E ha
prodotto venti anni di berlusconismo, l'assoluta indifferenza per le
questioni istituzionali, una politica "a-costituzionale" sotto gli occhi
del "custode della Costituzione" che siede sul Colle.
Da queste
situazioni, nella Storia, non si esce per vie "normali". I reazionari
come Monti pensano quindi che sia venuto il momento di "forzare" per
superare definitivamente i "lacci e lacciuoli" della democrazia
rappresentativa, consegnando le chiavi della "politica nazionale" ai
tecnocrati di Bruxelles, dove le lobby possono agire alla luce del sole e
imporre la loro volontà al riparo dalle incognite elettorali.
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