Quando si dice che i media italiani vivono in un mondo a parte anche
parlando del nostro paese. Il Financial Times, che è locato a Londra, è
riuscito a dire che si tratta di un voto contro l'austerità. Non ci
voleva molto a capirlo non diciamo da Londra ma anche da Auckland.
Nessuna testata in Italia è riuscita a centrare un titolo del genere,
semplice quanto persino dovuto. Non c'è riuscito neanche il Manifesto
che, al massimo, si è limitato a ricordare che assieme al Pd alla
coalizione partecipa anche Sel (omettendo il dettaglio che Vendola ha
perso persino in Puglia).
I media italiani continuano, anche in
queste ore, a ripetere il vuoto mantra della governabilità e della
ingovernabilità. Dimenticando, ed omettendo, che con la governabilità
pura, quella cara ai Napolitano e ai Bersani, a fine mese non ci si
arriva. Anche chiedersi se Bersani o Monti abbiano sbagliato la
campagna televisiva è ozioso. Eppure basta leggersi le frasi giuste:
"Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale tra le persone, mediato dalle immagini." (Debord)
Le immagini che chiedono consenso per l'austerità, rapporto sociale di miseria e sottomissione, non interessano a nessuno.
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