Schizza lo spread. Oggi il Ministero del Tesoro mette all'asta 8,5
miliardi di titoli di Stato. Le borse asiatiche aprono in negativo. Si
attende l'apertura della Borsa di Milano e delle borse europee.
Se il buongiorno si vede al mattino, la Borsa di Tokyo
(attiva mentre da noi era notte) ha chiuso gli scambi con un netto calo
del 2,26%. Tra poco verificheremo gli effetti sulla Borsa di Milano e
sul resto delle borse europee.
In Italia dopo aver aperto a
300 punti base, lo spread tra i Btp decennali e i corrispettivi Bund
tedeschi è già schizzato a 332 punti base. Il rendimento dei titoli di
Stato italiani adesso è al 4,79% e per il ministero del Tesoro la prova
del fuoco arriva subito: oggi c'è un'asta di Bot semestrali per
8,75 miliardi. E domani ci sarà una nuova verifica, perché verranno
collocati Btp a 5 e 10 anni per un importo complessivo di 4,75-6,5
miliardi di euro, con il quinquennale offerto per 1,75-2,5 miliardi,
Ieri
il Ministero del Tesoro aveva collocato, a urne ancora aperte, dei
titoli Ctz e Btp indicizzati per 4,07 miliardi, con tassi in rialzo che
già segnalavano l'atteggiamento degli investitori finanziari per la
situazione italiana. Quanto allo spread, ieri ha chiuso a 292 dopo aver
toccato un minimo di 254: assai vicino ai 300 punti e sopra la soglia
dei 287 punti che Monti aveva indicato come obiettivo, ossia la metà di
quei 574 punti ereditati dal governo Berlusconi a novembre 2011.
Ma
il balzo di quasi 40 punti base dello spread registrato ieri potrebbe
essere appena l'inizio di una escalation.Crescono i timori che sui
mercati si ballerà parecchio nei prossimi giorni, mercati che alla fine potrebbero spingere sul pedale dello spread per
"incidere" sull'eventuale stallo politico italiano.
Secondo la banca
d'affari Jp Morgan, l'attuale situazione (cioè la vittoria di una
coalizione di centrosinistra e centro alla Camera dei deputati ma un
Senato senza maggioranza) "vale" un aumento di 40 punti dello spread,
che arriverebbe così almeno a quota 320-330. «Il fallimento da parte del
centro-sinistra, anche con il supporto del centro, di raggiungere una maggioranza al Senato - spiegano gli uomini neri di Jp Morgan, che
in origine attribuivano a questo scenario appena il 5% delle probabilità
- costringerebbe a tortuosi negoziati per estendere la maggioranza ad
altri soggetti e non sarebbe gradito dai mercati finanziari, spingendo i
rendimenti, almeno inizialmente, di almeno 40 punti base».
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