Non ha detto esattamente questa frase, ma l'insieme delle misure che
"promette" una volta tornato al governo con l'appoggio del Pd (se serve
anche del Pdl) è esattamente questo.
Abbiamo preso a riferimento l'articolo che gli ha dedicato
IlSole24Ore, organo di Confindustria certo non sospettabile di antipatia
verso il presidente del consiglio uscente e rientrante. Le nostre note
sono in corsivo.
Monti: aumentare l'età pensionabile effettiva, contratti indeterminati più flessibili
Aumentare
l'età pensionabile effettiva, e «garantire nel tempo l'equilibrio dei
sistemi pensionistici pubblici nonostante il progressivo invecchiamento
del Paese e le ricadute che ciò comporta sul mercato del lavoro». È
questa una delle proposte contenute nelle Linee di politiche di lavoro
che Mario Monti presenta oggi a Milano nel corso di un incontro
elettorale promosso dalla sua lista "Scelta Civica. Con Monti per
l'Italia". Oltre all'intervento sull'età pensionabile, i centristi
intendono «Sperimentare una rimodulazione del contratto a tempo
indeterminato per renderlo più flessibile e meno costoso».
Red.
Per fortuna il giornalista estensore dell'articolo non ha sentito la
necessità di “indorare la pillola”. E quindi espone senza reticenze
alcune clamorose menzogne diffuse da questo governo e da tutte le forze –
sociali e politiche – che lo sostengono. Aumentare l'età pensionabile
oltre i limiti della “riforma Fornero” (67 anni) significa di fatto
abolire il sistema pensionistico. Che a quel punto sarà certamente
“equilibrato” non prevedendo granché in uscita.
Siamo
costretti a ricordare alcune ovvietà. L'aumento delle “aspettative di
vita” riguarda un paio di generazioni dell'immediato dopoguerra che
hanno potuto – fin qui – godere di alcune conquiste di civiltà: otto ore
giornaliere massime di lavoro, un'età pensionabile accettabile (intorno
ai 60 anni o meno, con 35 anni di lavoro sulle spalle), una scuola
pubblica che metteva in azione la scala sociale verso lavori meno
faticosi, una sanità altrettanto pubblica che “salvava più gente di
quanta non ne ammazzasse”, ammortizzatori sociali sufficienti a
traghettare chi perdeva il lavoro verso una nuova occupazione oppure la
pensione ecc.
Vivere
bene allunga la vita, come ci raccomanda (ormai inutilmente) ogni
medico, di famiglia o televisivo. Non è pertanto inutile sottolineare
che una volta conclusasi la parabola vitale delle attuali generazioni di
pensionati, ci sarà un abbassamento drastico delle aspettative di vita
per quelle successive. Esistono – per quanto poco studiati – dei
precedenti storici. La Russia, per esempio, ha vissuto il passaggio
all'”economia di mercato privatizzato” perdendo in un decennio 8 milioni
di abitanti (saldo negativo tra morti e nuove nascite). È bastato
ridurre un po' la sanità e le ore di riscaldamento.
Per
quanto riguarda invece i contratti, la cosa è più semplice ancora:
“indeterminati” saranno gli obblighi per gli imprenditori, non più la
durata temporale. Contratti “vaghi”, insomma, dove il padrone potrà fare
un po' quello che gli pare...
Licenziamenti, nessuna revisione della nuova disciplina
Il
modello di riferimento è quello della flexsecurity già proposto dal
senatore del Pd Pietro Ichino, ora candidato con i centristi. «Non si
propone una revisione della nuova disciplina dei licenziamenti
individuali introdotta dalla legge 92 del 2012 - spiega il documento che
riassume le proposte dei montiani per il mercato del lavoro distribuito
alla stampa prima della conferenza stampa di Monti - ma la possibilità
di sperimentare soluzioni più flessibili, in particolare per la
regolarizzazione delle collaborazioni continuative autonome irregolari».
Red.
Alla faccia dei contafrottole in stile vendoliano, il prossimo governo
non toccherà assolutamente il “nuovo” art. 18 che garantisce massima
licenziabilità. E – a proposito di contafrottole – vi ricordate più di
quei burloni negrieri che cianciavamo di “flexsecurity rivoluzionaria”?
Eccola qui. Ed è l'unica possibile, quella in salsa Ichino e
Confindustria. È l'idea che il “posto fisso” non ci sarà mai più, e
quindi bisogna essere pronti a cambiare lavoro molte volte nella vita
(certo, se si mettono la “ricongiunzione onerosa”, in pratica, ci
ammazzano al momento che dovremmo poi andare in pensione). Non potendo
dirci che saremo precari a vita, hanno scelto questa formula che
dovrebbe garantire – nessuno ha mai spiegato per quale virtù magica –
“flessibilità e sicurezza” (flexsecurity, appunto), ovvero precarietà di
vita e “garanzie” reddituali. In Danimarca lo fanno, ci dicono. Ma
omettono di dire quanta parte di Pil la Danimarca dedica a questo
istituto. Da noi parlano di flexsecurity per tagliare la spesa...
Flessibilità buona e riduzione del cuneo fiscale
L'idea è quella di ridurre in modo «incisivo» il cuneo fiscale e contributivo e
assicurare maggiori tutele sostanziali anche sul piano della continuità
del lavoro, del reddito e delle pensioni a fronte di un'assunzione a
tempo indeterminato, senza tuttavia provocare aumenti rilevanti in
termini di costo e rigidità. In pratica, l'obiettivo è quello di
introdurre forme di «flessibilità buona» anche attraverso la messa a
punto di un nuovo sistema di welfare pensato per tutte le tipologie
contrattuali, a cui dovranno essere riconosciuti diritti sociali e
previdenziali il più possibile uniformi.
Red. Anche qui non ci sono dubbi. Il costo del lavoro non si può aumentare (dicono imprese e
governo), ma i salari non bastano più a garantire la vita delle
famiglie dei lavoratori. Come se ne esce? Semplice: riducendo la
tassazione in busta paga e i contributi previdenziali. Così avrete due
euro in più in busta paga e molti meno servizi (ospedali, scuole,
ammortizzatori, ecc). E alla fine della vita lavorativa – abbassando i
versamenti contributivi, col sistema contributivo, si riduce anche il
“montante” su cui calcolare la pensione – non avrete più nemmeno la
pensione. Un modo per accelerarvi la strada per l'aldilà...
Detassare il lavoro femminile e Codice del lavoro semplificato
Le
Linee guida prevedono anche una razionalizzazione delle norme con la
definizione di un Codice del lavoro, integrato nel Codice civile,
composto da un numero limitato di articoli, «leggibile e comprensibile
direttamente dai milioni di persone interessate alle sue applicazione e
traducibile in inglese». Altra priorità è poi l'innalzamento del tasso
di occupazione femminile dall'attuale 46% al 60% (media europea) grazie
alla detassazione selettiva e un Piano straordinario per gli asili nido e
per l'offerta di un servizio qualificato di assistenza alle persone non
autosufficienti.
Red. Traducibile in inglese è qualsiasi
insulto. Figuriamoci una normativa legale... Il senso è palesemente
opposto: poche norme, ampiamente derogabili (abbiamo già parlato
dell'art. 8 della manovra berlusconiana dell'agosto 2011 come “punto
fermo” nella strategia anti-lavoratori del signor Monti), non vincolanti
per le imprese. Carne da lavoro e da cannone, si diceva una volta. Vi
piace vivere con questa prospettiva? A noi no.
Fonte
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