L'obbligo della trasformazione delle
Banche Popolari da cooperative in SPA, oltre una certa soglia di
guadagni, cambia la natura del rapporto tra moneta e territori. Non solo
quella passata ma soprattutto quella futura. Nel senso che se i
territori decideranno di affidare gli investimenti futuri a banche
cooperative, il cui principio è un socio-un voto, non potranno.
Sarà invece obbligatorio, sopra una certo volume di affari, affidarsi
alle SPA dove, notoriamente, il voto è legato al numero di azioni che si
posseggono.
Che il rapporto banche-territorio fosse
in crisi, e legato soprattutto a scandali e lotte tra bande per l'ultima
rendita (vedi MPS), era chiaro da ben prima che Renzi diventasse
presidente del consiglio. Ora è invece chiara la soluzione, da tempo
suggerita da Londra e Bruxelles: affidarsi a capitali apolidi, affamati di profitti pronta cassa, slegati dai territori e dalla loro progettualità.
E si guardi anche alla partecipazione italiana alla AIIB, la cosiddetta
Banca mondiale d'Oriente, a guida cinese. Si tratta di una
precondizione, posta da Pechino, per far dirottare capitali cinesi in
Italia. Capitali che, da oggi, non solo arrivano alla Pirelli ma possono
arrivare sulle banche dei territori. Come recentemente ha ammesso
Prodi, il quale ha comunque gravi responsabilità in tutto quello che sta
accadendo, da dopo Pirelli la politica industriale italiana si fa in
Cina. Ora possiamo dire che, tra un fondo cinese (maestro magari nel
trasfomare 1 euro di moneta formalmente investita in 5 di shadow
banking), un fondo pensioni tedesco affamato di rendimenti dopo i crollo
degli interessi dei bond europei, ora c'è un'occasione in più per fare
cassa con la politica territoriale. Pardon, per apportare capitali tanto
è pronta l'accusa di nostalgia e di sovranismo per chi si è accorto di
essere diventato una colonia di un capitalismo al quale possedere i
territori interessa il giusto ma, soprattutto, è assetato di
partecipazioni azionarie in ogni ovunque si annidino decimi di punto d'interesse da strappare.
Riportiamo la preoccupazione, per la
conversione in legge del decreto Renzi, di Avvenire. Magari una sinistra
che ha respinto Marx senza leggerlo dà sempre volentieri un'occhiatina a
quello che dicono i preti. Ah, naturalmente siamo curiosi di vedere
quali capitali arriveranno e se arriveranno sui territori. Perché, come
rilevato dal Wall Street Journal, la convergenza di tassi bassi dei bond
europei e del dollaro alto sta facendo fuggire i capitali
dall'Eurozona. L'"investitore" che verrà qui sarà quello che non ha
trovato posto altrove a condizioni migliori. E avrà fame. Ed ecco che a
magnificarlo ci penserà la stampa locale.
Redazione, 26 marzo 2015
Avvenire, su riforma Popolari.
Wall Street Journal su fuga capitali da Eurozona.
Articolo completo Wall Street Journal qui.
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