Oltre cento morti nella provincia di Aden e gli Houthi sempre più
vicini alla capitale del sud: è il bilancio dei primi cinque giorni
dell’operazione “Tempesta Decisiva”, lanciata in Yemen dalla coalizione
capeggiata dall’Arabia Saudita che mira a eradicare la “minaccia sciita”
che si nasconderebbe dietro l’avanzata della minoranza houthi nel
paese. Secondo fonti citate dal network al-Jazeera, agli
scontri in corso tra ribelli Houthi e detrattori del presidente Hadi nel
nord di Aden si starebbero per aggiungere anche i lealisti di Ali
Abdullah Saleh, l’ex dittatore yemenita deposto nel 2012 dai paesi del
Consiglio di Cooperazione del Golfo, che avrebbero stretto un’intesa con
i ribelli sciiti.
E’ da tempo ormai che si vocifera che dietro la straordinaria
avanzata degli Houthi – che in pochi mesi lo scorso anno sono riusciti a
conquistare ampie regioni dello Yemen nord occidentale fino a occupare,
nel gennaio scorso, la capitale Sanaa – si nasconda, più che l’Iran, il
vecchio autocrate cui parte delle forze armate non avrebbero mai smesso
di obbedire: Saleh, infatti, invece di subire la stessa sorte
dei dittatori spodestati dalle primavere arabe, come esilio o carcere,
sarebbe rimasto tranquillamente in Yemen, nel suo vecchio ufficio di
Sanaa, dal quale avrebbe potuto muoversi come meglio credeva.
La resa delle forze armate a Sanaa e la relativa facilità con
cui gli Houthi hanno potuto avvicinarsi, in gennaio, al palazzo
presidenziale, ne è un chiaro indizio: ora i miliziani fedeli a
Saleh starebbero marciando su Aden e, secondo la stampa araba,
sarebbero a circa 30 chilometri dal porto meridionale yemenita,
nonostante i raid della coalizione e gli scontri con i sostenitori di
Hadi. Ieri, nella provincia meridionale di Shabwa, i miliziani di Saleh
e gli Houthi sarebbero stati attaccati da alcune milizie tribali: il
bilancio è stato di 50 morti tra i ribelli.
E mentre i raid della coalizione continuano, soprattutto – secondo l’AFP
– nella zona di Marib e intorno alla costa di Hodeida, Riyadh non
esclude l’offensiva via terra. Nonostante il proclama fatto ieri dal
portavoce della coalizione, il Generale Ahmed Asiri, sui “progressi
portati dagli attacchi aerei”, l’ambasciatore saudita a Washington Adel al-Jubeir non ha negato un possibile ingresso di truppe dai confini nord dello Yemen.
Nelle dichiarazioni rilasciate alle emittenti NBC e CBS il diplomatico
ha detto che “nessuna opzione è esclusa”. “Siamo determinati – ha
confermato al-Jubeir – a distruggere le capacità Houthi. Siamo
determinati a proteggere e preservare il legittimo governo dello Yemen. E
siamo determinati a proteggere il popolo dello Yemen. Continueremo
questa campagna finché tali obiettivi non saranno raggiunti”.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento