Torna la "Uno bianca"? L'immagine dei poliziotti rapinatori che sconvolsero Bologna e l'Emilia Romagna, seminando morte nelle loro rapine, mentre mettevano alla prova la propria "intoccabilità" di assassini in divisa, torna in occasione di una sanguinosa rapina avvenuta ieri a Ottaviano, in provincia di Napoli.
Nel paese di Raffaele Cutolo c'è stata un tentativo di rapina a un banalissimo supermercato, immediatamente trasformatosi in una sparatoria tra la gente, inseguimenti da film, conseguenti incidenti stradali, feriti (una decina), di cui uno è morto poi all'ospedale.
Alla fine in manette sono finiti due carabinieri in congedo, per ora sono in stato di fermo. I due Carabinieri, uno originario di Cercola (Napoli) e l'altro di Chioggia (Venezia), entrambi in forza al Battaglione Mestre e in congedo ordinario in Campania, sono stati subito sospesi dal servizio. Entrambi sono feriti e si trovano piantonati in ospedale. Per loro, al momento, le ipotesi di reato sono rapina aggravata e tentativo di omicidio plurimo, cui si aggiungerà certamente, dopo la morte di Pasquale Prisco, 28 anni, uno dei dieci feriti, anche quella di omicidio.
Il giovane ucciso è il figlio del proprietario del supermercato Etè, situato in via Vecchia Sarno di Ottaviano, obiettivo della fallita rapina. Era in prognosi riservata, come altri tre dei feriti più gravi. Colpito all'addome, aveva riportato gravissime lesioni al duodeno e al fegato, oltre che alla colonna vertebrale. I medici dell'ospedale Martiri del Villa Malta di Sarno (Salerno), dove era stato ricoverato, l'avevano sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico. Qualche ora dopo l'operazione, però, nel cuore della notte, è morto.
Pasquale Prisco avrebbe inseguito i rapinatori subito dopo la mancata rapina nel supermercato, insieme ad altri parenti del gestore del negozio, che dopo essere stati avvertiti da un dipendente si sono lanciati sulla pista dei banditi. L'inseguimento, al quale hanno partecipato almeno tre auto, è andato avanti per alcuni chilometri sulle strade del Vesuviano fino a quando non vi è stato un incidente nel quale è rimasta coinvolta l'auto dei rapinatori.
Secondo le testimonianze, colpi di pistola sono stati sparati nel supermercato, all'esterno e durante l'inseguimento. Articolata e ancora da definire la dinamica dell'accaduto. Secondo una prima ricostruzione, dopo la mancata rapina, i carabinieri-banditi sono scappati a bordo di un'auto dopo avere sparato alcuni colpi nel supermercato e ferito delle persone. A questo punto, dopo l'allarme del dipendente del market, è scattata la caccia al rapinatore, lungo le strade dell'hinterland napoletano. L'inseguimento ha subito uno stop all'altezza della zona industriale di Ottaviano, sulla strada statale 268, a causa di un incidente che ha coinvolto due vetture e nel quale sono rimaste ferite tre persone.
Sul posto sono infine arrivati carabinieri, polizia, 118 e Anas. La svolta nelle indagini è arrivata in serata quando gli inquirenti hanno cominciato a rilevare una serie di elementi fortemente contradditori nelle deposizioni dei due militari, in un primo momento indicati come vittime, conteggiati tra i feriti e quindi ascoltati come testimoni privilegiati dell'accaduto. A questo punto il pm di Nola ha deciso il fermo quali indiziati dei reati di rapina aggravata e tentato omicidio plurimo.
Uno ha una ferita al gluteo, l'altro una frattura alle ossa nasali (non si capisce ancora se per effetto dell'incidente con l'auto o per essere stati finalmente raggiunti dagli inseguitori).
Il quadro è quello di un mondo completamente rovesciato, un po' come nel film "I cancelli del cielo", in cui i "cattivi" (gli allevatori latifondisti) sono chiusi in cerchio davanti all'assalto dei "buoni" (i lavoratori immigrati dall'Europa e sfruttati fino a quel momento); infine arriva il "settimo cavalleggeri" e salva i cattivi. Solo che qui sono finiti loro agli arresti.
Un mondo rovesciato in cui i rapinatori sono due carabinieri, lo Stato non esiste per ore, l'inseguimento rocambolesco è condotto da "civili" (si tratterà di capire se si è trattato di una genuina reazione familiare o di una reazione "da famiglia"), tra le innocenti vittime della sparatoria ci sono anche due rumeni ricoverati nello stesso ospedale di Sarno.
Se Salvini prova ad andare da quelle parti, rischia l'infarto mentale.
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