Nella notte, seppure con una maggioranza risicata (appena tre voti), il
Parlamento ha dato il via libera ad una nuova serie di misure lacrime e
sangue per i greci, considerate dai creditori internazionali (Ue, Bce e
Fmi) indispensabili per concedere alla Grecia un'altra tranche di aiuti
da 31,5 miliardi di euro e salvare il Paese dal fallimento.
Un voto sofferto - 153 quelli a favore, 128 i contrari e 18 astenuti - e
contestato anche dal minore dei tre partiti della coalizione, Sinistra
Democratica (Di.Mar) di Fotis Kouvelis, i cui deputati erano presenti in
aula ma non hanno votato e che è arrivato al termine di una giornata
che ha visto il Paese paralizzato dal secondo giorno consecutivo di
sciopero generale e 100.000 persone scendere in piazza ad Atene
a protestare contro il governo. Una protesta diventata sempre più
violenta, fino a trasformarsi in vera e propria guerriglia, con lanci di
molotov, lacrimogeni e, per la prima volta, i cannoni ad acqua della
polizia contro i dimostranti. Il nuovo pacchetto - sotto forma di un
disegno di legge in 600 pagine - si abbatte come una scure sul Paese,
arrivato al quinto anno consecutivo di recessione e con una
disoccupazione al 25%. Salari, pensioni, sussidi vari e impiegati
statali saranno infatti ancora una volta le principali vittime dei tagli
di bilancio tesi a risanare le disastrate finanze della Grecia.
La nuova Finanziaria ellenica di medio termine
(2013-2016) abolisce tutti i bonus extra per pensionati e dipendenti
statali, introduce nuovi tagli sino al 25% alle pensioni e allo stesso
tempo riduce sino al 27% i cosiddetti "stipendi speciali" (polizia,
magistratura, forze armate, personale medico degli ospedali statali,
docenti universitari, diplomatici), mentre spiana la strada
per il licenziamento di 2.000 statali e l'abolizione della previdenza
sociale fornita dallo Stato che sarà sostituita da indennità collegate
al reddito. In particolare, il pacchetto abolisce il pagamento di tutti
gli extra nei salari dei dipendenti del settore pubblico, introduce un
taglio retroattivo (al primo luglio scorso) dal 3 al 27% agli "stipendi
speciali", congela - dal primo gennaio 2013 alla fine del 2016 - il
pagamento di tutti gli incentivi di produzione agli statali e fissa un
tetto massimo di 1.900 euro per i salari di tutti i dipendenti di
agenzie ed enti delle amministrazioni pubbliche. Il ddl prevede inoltre
il taglio delle retribuzioni dei dipendenti dei comuni e delle regioni,
nonché ulteriori tagli ai salari dei dipendenti dei ministeri.
In base al pacchetto, le pensioni del settore privato
saranno ridotte sino al 25% mentre sarà pure innalzata di due anni (da
65 a 67) l'età pensionabile, saranno aboliti i bonus extra per i
pensionati statali, e saranno pure abolite le pensioni dei parlamentari e
delle autorità comunali che saranno eletti d'ora in poi. Il disegno di
legge prevede cambiamenti nelle prima rigide relazioni di lavoro nel
settore pubblico e consentirà il licenziamento o il trasferimento in
altri posti dei dipendenti statali il cui ente sia stato abolito. Da ciò
il governo si aspetta di poter ridurre la forza lavoro degli statali di
circa 2.000 unità entro quest'anno.
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