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07/11/2012

Quel che resta di Sandy

Sandy è il diminutivo di Cassandra, la sacerdotessa della mitologia greca che prevedeva terribili sventure e catastrofi. L'uragano Sandy che si è abbattuto alcuni giorni fa sulla costa nord-est degli Stati Uniti più che una previsione è stato un duro monito a non proseguire con un modello di sviluppo altamente energivoro che provoca cambiamenti climatici dagli effetti devastanti. Negli ultimi anni la frequenza di uragani e tempeste tropicali che si formano nel nord Atlantico ha superato ogni più cupa previsione. Tanto che alcuni settori del capitalismo americano, supportati dal New York Times, si stanno chiedendo se non sia il caso di introdurre significativi cambiamenti nei modi di produzione, di distribuzione, di consumo delle merci. Ma questo richiederebbe un forte intervento statale a sostegno della valorizzazione del "capitale verde", ovviamente senza modificare, se non aumentando, i tassi di sfruttamento della forza-lavoro.

Uno scontro è ormai aperto nei piani alti del capitalismo americano, con delle ricadute anche sulla campagna per le presidenziali con Obama schierato con le aziende che producono le energie cosiddette pulite ( nucleare compreso) e Romney paladino degli interessi dei petrolieri. Ciò che invece si cerca di tenere sotto traccia è il fatto che gli effetti di Sandy, oltre la sua potenza distruttrice, sono stati amplificati da un sistema di infrastrutture piuttosto degradato e dai primi interventi tesi più a militarizzare i territori colpiti piuttosto che organizzare i soccorsi. Per rimanere al caso di New York gli ospedali evacuati per il mancato funzionamento dei gruppi elettrogeni, l'esplosione di una piccola centrale elettrica fatiscente che ha provocato danni a catena incalcolabili, la chiusura per giorni di una metropolitana, che trasporta quotidianamente 8 milioni e mezzo di persone, che non vede da anni una manutenzione degna di questo nome a causa dei tagli di bilancio ne sono la fotografia emblematica. E quando improvvisamente alcuni milioni di persone invece di prendere la metropolitana sono costretti a usare l'automobile nel giro di poche ore la benzina si esaurisce e i distributori sono presidiati dalla polizia.

Gli allagamenti di zone di Brooklyn, del Queens, di Staten Island situate sotto il livello del fiume o dell'oceano, e dei tunnel che collegano Manhattan al New Jersey hanno certamente come prima causa l'uragano ma subito dopo c'è la cementificazione delle coste, il sottodimensionamento colpevole dei sistemi di pompaggio dell'acqua, la drastica riduzione dei finanziamenti pubblici per la manutenzione preventiva. Una città paralizzata che il sindaco Bloomberg ha pensato bene di militarizzare in gran parte, anche nelle zone non colpite, rendendo ancora più difficili gli spostamenti e i primi soccorsi. Ma New York non è stata la città più colpita dall'uragano, le morti, le devastazioni e i danni sono stati maggiori ad Atlantic City e in generale nel New Jersey. Questo purtroppo emerge poco perché l'attenzione dei grandi media è stata concentrata solo sulla grande metropoli in quanto fonte maggiore di profitti. Per non dire dei danni spaventosi e del numero di morti ad Haiti o a Cuba, quelli non fanno notizia: "pesano" di meno.

Occupy Sandy è il nome che si sono dati i gruppi di attivisti di Occupy Wall Street che hanno organizzato i soccorsi, insieme ad associazioni di base laiche e religiose, in alcune zone della città raccogliendo fondi, beni di prima necessità e distribuendo pasti caldi. Un modo anche questo per attivare forme di solidarietà concreta, di partecipazione anche in situazioni molto difficili e per segnare una distanza visibile rispetto a una concezione securitaria della società.

Infine una piccola nota su Goldman Sachs. La famosa banca d'affari non ha perso l'occasione per essere protagonista di una squallida spacconata. La notte dell'arrivo dell'uragano, in una Manhattan buia e sott'acqua, la sua sede centrale - completamente deserta - è stata illuminata a giorno con un gruppo elettrogeno. Unico grattacielo illuminato che si poteva scorgere a kilometri di distanza. Un segno chiaro e voluto di forza ed efficienza. Pensiamo tuttavia che l'immagine più efficace, che bene riassume la "filosofia" di questa multinazionale finanziaria, l'abbia data in un lettore di The Nation: "Era come se Goldman Sachs mostrasse il dito medio al resto di New York".

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