Ci voleva uno come Enzo Iacchetti per mettere a nudo un dibattito volutamente sterilizzato sulla terrificante situazione in atto a Gaza. Il comico, durante una puntata di “È sempre Cartabianca” condotto da Bianca Berlinguer, su Rete 4, ha avuto un durissimo scontro nella puntata andata in onda ieri con il presidente della “Federazione Amici di Israele”, Eyal Mizrahi, su quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza e sui numeri delle vittime civili.
Iachetti, condannando l’operazione israeliana, ha spiegato: “In questa guerra non ci può essere un contraddittorio perché non è una guerra, c’è solo un esercito. Non ci deve essere un contraddittorio. Nessuno deve contraddire la verità che stiamo vedendo da mesi”.
Per tutta risposta, Mizrahi ha replicato: “No Enzo, lei è un fascista!”. Una frase che ha fatto andare su tutte le furie Iacchetti: “Cosa hai detto str***o? Vengo giù e ti prendo a pugni. Lo so che sei sotto qua”.
Una reazione ed una indignazione che riflette un idem sentire (i sondaggi confermano) di tantissime persone di questo paese, che, da mesi, assistono a un dibattito sterile, blindato, ingessato, su un fatto che finirà certamente sui libri di storia e che è giunto al suo esito più drammatico con l’invasione di terra a Gaza City: la soluzione finale decisa da Israele, ovvero, il genocidio del popolo palestinese.
Conduttori televisivi e “giornalisti” talmente vili, corrotti, così schifosamente piegati alla propaganda sionista, che basta un comico con la schiena dritta come Enzo Iachetti a rifilargli una sana e schietta lezione di giornalismo. Gente che, per mera deontologia professionale, dovrebbe esclusivamente dedicarsi al racconto dei fatti previo accertamento della loro autenticità.
Un abisso morale, etico, professionale ed umano li separa dai giornalisti che hanno testimoniato sul campo l’orrenda carneficina compiuta da Israele a Gaza e che sono stati trucidati a centinaia proprio per il loro lavoro di informazione e testimonianza svolto fino a sacrificare la propria vita.
Quale “contraddittorio” può esserci con chi nega ciò che persino una commissione indipendente dell’ONU, ieri, ha, definitivamente, messo nero su bianco?
Israele sta compiendo un GENOCIDIO: è un fatto che peraltro era già stato abbondantemente acclarato dalla Corte Penale Internazionale, da pareri scientifici autorevoli, oltre che da studiosi ed associazioni per i diritti umani. Un fatto suffragato da milioni di immagini e di video che certificano l’immane carneficina quotidiana in atto a Gaza da almeno due anni.
Ma poi, ve lo immaginate voi un contraddittorio sull’Olocausto degli Ebrei con il presidente della “Federazione Amici di Hitler”? Badate, siamo lì, non è che ci sia, nella sostanza, una qualche differenza, se non nel diverso contesto storico.
Il sacrosanto sfogo di Iachetti chiama in causa la pericolosa involuzione di un sistema mediatico che è stato ridotto a megafono di guerrafondai e criminali di guerra e che ha trasformato i cosìddetti giornalisti del mainstream occidentali in meri propagandisti e diffusori di narrazioni ultrabelliciste (oltre che profondamente razziste e neocoloniali) fino a spingersi, in taluni casi, alla rappresentazione di un nuovo culto della guerra, alla più bieca e totale disumanizzazione del “nemico”, dell’altro da sé.
Un nemico che, nel caso di Israele, è l’intero popolo palestinese: il quale deve essere annientato, cancellato per sempre, così come doveva essere annientato e cancellato per sempre il popolo ebraico per volontà dei nazisti. L’intento genocida alla base della soluzione finale decisa il 20 gennaio 1942 durante la conferenza di Wannsee da quindici tra i maggiori funzionari del Partito Nazista e del Governo tedesco è addirittura meno esplicita delle dichiarazioni quotidiane di Netanyahu e dei suoi ministri...
Una tragica ruota della storia che si compie per opera di una teocrazia razzista e genocidaria la cui la folle ideologia ultrasionista si sorregge su una mitologia basata su un “testo sacro” risalente a 2.500 anni fa. Una ideologia folle e criminale secondo la quale i palestinesi sono “Amalek” – i nemici archetipici dell’Ebraismo millenarista – e che vanno, pertanto, annientati, schiacciati, cancellati.
I palestinesi sono gli untermenschen di oggi.
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