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24/09/2025

L’ex Isis oggi lavora per l'Occidente

Jolani, ex emiro Isis, membro di al Qaeda, sbarca per la prima volta negli USA per l’assemblea ONU.

Eccolo giulivo proprio a New York, a godersi lo skyline dov’erano le Torri Gemelle, che i suoi di al Qaeda hanno tirato giù.

In un’intervista alla PBS americana al Jolani è stato schiettissimo. Alla domanda del “cos’ha pensato e provato l’11 settembre?”, lui risponde: “Chiunque nel mondo arabo o islamico vi dica che non era contento, mente”.

Libero della taglia da 10 milioni di dollari, le mani lorde del sangue delle migliaia di siriani e iracheni decapitati, insediato al potere a Damasco, al Jolani pronuncerà, nientemeno, un discorso dalla tribuna dell’ONU.

Alla fine di agosto gli Stati Uniti hanno revocato i visti al presidente palestinese Mahmoud Abbas e ad altri 80 funzionari in vista della riunione di alto livello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un passo che contravviene al diritto internazionale.

Mahmoud Abbas interverrà al dibattito di alto livello di questa settimana tramite un video pre-registrato.

La trasmissione del suo intervento via video ha richiesto una risoluzione approvata con 145 voti a favore, cinque contrari (Israele, Nauru, Palau, Paraguay e Stati Uniti) e sei astensioni (Albania, Fiji, Ungheria, Macedonia del Nord, Panama e Papua Nuova Guinea).

Il rifiuto degli Stati Uniti di concedere i visti alla delegazione palestinese ha riacceso dibattiti di lunga data sull’idoneità della sede delle Nazioni Unite a New York, istituita nel 1952 su un terreno donato dalla famiglia Rockefeller lungo l’East River.

Le operazioni e l’accesso alle Nazioni Unite non possono essere ostaggio delle decisioni statunitensi che violano l’Accordo sulla sede delle Nazioni Unite del 1947 tra gli Stati Uniti e le Nazioni Unite.

Gli Stati Uniti – in quanto nazione ospitante – devono garantire “accesso libero e illimitato” ai rappresentanti delle Nazioni Unite, inclusi quelli di stati osservatori come la Palestina, “indipendentemente dalle relazioni” tra gli Stati Uniti e i loro governi.

La questione non riguarda solo i visti. Si tratta di capire se New York possa incarnare le aspirazioni universali delle Nazioni Unite o se sia tempo di una nuova sede.

Nel caso ve lo stiate chiedendo, l’ex leader delle filiali di al Qaeda e ISIS in Siria, Abu Mohammad al Jolani, non ha problemi di visto. Come presidente ad interim della Siria, ora si trova a New York, pronto a presentare la sua proposta all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: revocare le sanzioni, rimpatriare i rifugiati e integrare la Siria nell’economia globale.

P.S. redazionale. Tutti, intervenendo all’Assemblea, hanno stigmatizzato Hamas, il 7 ottobre, ecc. Nessuno ha indicato nell’ex capo dell’Isis e di Al Qaeda in Siria un pericoloso “terrorista” con cui “non si può trattare”. Si vede che certe definizioni sono decisamente “elastiche”...

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