Il quotidiano israeliano Hayom ha riferito che l’incontro tra Netanyahu, l’inviato Usa Witkoff e il genero di Trump, l’affarista Jared Kushner, è durato più di sei ore e ha affrontato la proposta del piano di Trump per Gaza.
Una fonte vicina a Netanyah ha dichiarato alla televisione israeliana IBC che le possibilità che Israele approvi il piano di Trump sono in aumento.
Da parte sua, il quotidiano Yedioth Ahronoth citando un funzionario israeliano scrive che ci sono stati progressi significativi verso il raggiungimento di un accordo su Gaza, e ha affermato che Israele e Stati Uniti sono molto vicini a raggiungere un’intesa dopo diverse bozze ed emendamenti alla formulazione.
Axios citando un funzionario della Casa Bianca ha detto che dopo i colloqui di Witkoff e Kushner con Netanyahu che gli Stati Uniti e Israele erano molto vicini a concordare il piano, mentre una fonte che ha familiarità con la questione ha detto ad Haaretz che le differenze tra le due parti sul piano di Trump si stavano riducendo ma anche che l’approvazione di Hamas è necessaria anche per raggiungere un accordo, che non è stato ancora formalizzato.
Secondo quanto riporta Al Jazeera Hamas ha affermato la sua disponibilità a studiare qualsiasi proposta riceva dai mediatori in modo positivo e responsabile, in modo da preservare i diritti nazionali del popolo palestinese. Giovedì Hamas aveva detto che le sue “armi non possono essere toccate” e che la resistenza è una responsabilità nazionale e morale che deriva la sua legittimità dal popolo palestinese.
Trump ha presentato il suo piano ai leader dei paesi arabi e musulmani durante un incontro presso la sede delle Nazioni Unite a New York martedì scorso, e il Washington Post ha riferito che il piano prevede l’arresto immediato di tutte le operazioni militari.
Il piano include il congelamento delle operazioni nelle loro posizioni, il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani entro 48 ore, la distruzione di tutte le armi offensive di Hamas, l’offerta di amnistia per i suoi militanti e la facilitazione di un passaggio sicuro in altri paesi per i membri del movimento che scelgono di andarsene.
L’analista palestinese Saeed Ziad ha riassunto la posizione di Hamas in un’intervista ad Al-Jazeera.
“Hamas non ha partecipato direttamente o indirettamente a questi negoziati e aveva annunciato il suo boicottaggio dei ‘colloqui’ pochi giorni fa”, ha detto Ziad, sottolineando che “Hamas sperava che sarebbero andati all’esecuzione di una ‘proposta precedente’ piuttosto che ai negoziati ‘di una nuova’”.
“Stiamo, infatti, tornando indietro nei negoziati, non andando avanti. Le affermazioni americane secondo cui gli ultimi due giorni sono stati i più fruttuosi per i negoziati sono menzogne assolute. Siamo di fronte al completo collasso dei negoziati”.
Ziad ha detto che i negoziati stanno affrontando un completo disaccordo su questioni vitali, non una discussione sui dettagli. “Israele sta completamente facendo marcia indietro su tutto ciò che era stato proposto e concordato dai mediatori”, ha detto Ziad, rivelando informazioni secondo cui “il Qatar e l’Egitto hanno offerto a Israele più di dieci proposte diverse, ieri e oggi, e Israele le ha respinte tutte”.
Quindi quali sono i punti della contesa? Secondo Ziad, Israele insiste ancora per avere il pieno controllo dell’area di Netzarim, nel centro di Gaza, della Rotta Philadelphia, che separa Gaza e l’Egitto, del valico di Gaza, del ritorno dei palestinesi sfollati dal sud al nord e dei meccanismi di spostamento tra una fase e l’altra dell’accordo.
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