Un sondaggio pubblicato il 26 settembre dall’Istituto Ixè ha dato risultati molto interessanti per ciò che riguarda l’opinione del popolo italiano in merito al genocidio in corso in Palestina e alla missione della Global Sumud Flotilla. Dai numeri che l’Ixè ha fornito, emergono anche i motivi per cui il governo sta cercando di correre ai ripari sul tema (senza potervi inoltre riuscire senza rompere con Israele).
Infatti, il 73,7% degli intervistati è d’accordo sul fatto che i palestinesi stanno subendo un genocidio. Scorporando i dati sulla base dei voti espressi alle europee del 2024, risulta che la percentuale più bassa di coloro che sono convinti che stiamo assistendo a un genocidio è tra gli elettori di Forza Italia e Noi Moderati, che comunque si attesta al 56%: più di uno su due.
Quasi il 59% di chi ha partecipato al sondaggio vorrebbe l’interruzione dei rapporti con Israele. Su questo tema, sono gli elettori di Fratelli d’Italia a esprimere la percentuale minore di coloro che vogliono la rottura con Tel Aviv, ma anche in questo caso parliamo di un 40%: non uno su due, ma quasi.
Il 70,6% degli italiani, stando al sondaggio di Ixè, è favorevole alla missione della Global Sumud Flotilla. Ma qui c’è anche il risultato più interessante: tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e anche Lega, non c’è una volta che la quota di elettori intervistati che vedono positivamente l’impegno della flotta umanitaria scenda sotto il 56%.
Possiamo dire che probabilmente, nella marea di persone che ha attraversato le strade italiane in occasione dello sciopero generale del 22 settembre, senza ombra di dubbio ci sono state anche persone che propendono verso formazioni di centrodestra. Ma per Palazzo Chigi il problema è sorto quando quelle piazze hanno mostrato che la solidarietà con la Palestina e con la Flotilla può essere davvero di massa.
Finché i solidali davano vita a manifestazioni che i media potevano facilmente oscurare, le faglie interne al proprio elettorato potevano essere facilmente gestite, mentre la repressione avrebbe fatto il resto in piazza. Ma ora la contraddizione di un governo complice con un genocidio in diretta TV è evidente a tutti, proprio mentre Israele minaccia di attaccare la Flotilla.
Ora anche gli elettori di destra potrebbero chiedere conto a Meloni&Co. come mai una compagine governativa che ha fatto dell’orgoglio italiano uno dei suoi tratti distintivi si ritrova a essere complici con uno dei più efferati crimini della storia dell’umanità. E magari la paura è che queste domande si estendano ad altri argomenti.
Ad esempio, nel sondaggio Ixè si legge che il 51% degli italiani è ancora contrario alla creazione di un Esercito Europeo, e ben il 66,3%, ovvero due persone su tre, è contrario all’aumento delle spese militari. È vero che gli elettori dell’attuale maggioranza sono i più propensi a questa corsa al riarmo, ma è anche vero che parliamo pur sempre di un italiano su due.
Se a ciò si aggiunge che la fiducia nel governo è al 37%, uno dei livelli più bassi dall’arrivo di Meloni a Palazzo Chigi, è facile capire la profonda crisi in cui si è impantanato il centrodestra. Il timore è quello che, considerato il chiaro collegamento che le piazze fanno tra la politica guerrafondaia europea e la fallimentare politica estera in tema di Palestina, il dissenso possa dilagare.
Il governo è dunque colpito su vari lati, e in sostanza si può facilmente dire che la contraddizione fondamentale che lo sta mettendo oggi in difficoltà è la scelta di allinearsi, senza se e senza ma, al terrorismo sionista. Una scelta che non è condivisa dalla sua stessa base sociale e che è infine esplosa in una mobilitazione popolare di massa che sta mettendo a nudo tutta l’ipocrisia dell’Occidente.
Il compito è quindi quello di continuare su questa strada, e di insinuarsi nelle difficoltà di questa classe politica sempre più indecente.
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