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28/09/2025

Il “piano” di Trump per Gaza, secondo Israele

La proposta americana in 21 punti, per porre fine alla “guerra Israele-Hamas”, che è stata “supervisionata” da alcuni paesi arabi, e che sarebbe nelle mani di Hamas, verrà sottoposta da Trump a Netanyahu lunedì.

Lo riferisce il Times of Israel, non certo un giornale dell’opposizione israeliana, che ne illustra l’articolazione. Non sappiamo se Hamas e le molte altre organizzazioni della Resistenza l’abbiano davvero ricevuta e potuta discutere.

Noi abbiamo una nostra valutazione, ovviamente, ma non siamo abituati a dare consigli non richiesti a chi sta lottando per la propria sopravvivenza, l’autodeterminazione a la dignità. A voi il testo, per farvi la vostra opinione.

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1. Gaza diventerà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo, che non costituirà una minaccia per i paesi confinanti.

2. Gaza sarà ricostruita a beneficio della sua popolazione.

3. Se entrambe le parti accetteranno la proposta, la guerra terminerà immediatamente, con le forze israeliane che interromperanno tutte le operazioni e si ritireranno gradualmente dalla Striscia.

4. Entro 48 ore dall’accettazione pubblica dell’accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi vivi e deceduti saranno restituiti.

5. Una volta restituiti gli ostaggi, Israele libererà diverse centinaia di prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo e oltre 1.000 abitanti di Gaza arrestati dall’inizio della guerra, insieme ai corpi di diverse centinaia di palestinesi.

6. Una volta restituiti gli ostaggi, ai membri di Hamas che si impegneranno a coesistere pacificamente sarà concessa l’amnistia, mentre ai membri che desiderano lasciare la Striscia sarà garantito un passaggio sicuro verso i paesi di accoglienza.

7. Una volta raggiunto questo accordo, gli aiuti affluiranno nella Striscia a tassi non inferiori ai parametri di riferimento fissati nell’accordo sugli ostaggi del gennaio 2025, che prevedeva 600 camion di aiuti al giorno, insieme alla riabilitazione delle infrastrutture critiche e all’ingresso di attrezzature per la rimozione delle macerie.

8. Gli aiuti saranno distribuiti, senza interferenze da entrambe le parti, dalle Nazioni Unite e dalla Mezzaluna Rossa, insieme ad altre organizzazioni internazionali non associate né a Israele né ad Hamas.

9. Gaza sarà governata da un governo provvisorio di transizione composto da tecnocrati palestinesi che saranno responsabili di fornire i servizi quotidiani alla popolazione della Striscia. Il comitato sarà supervisionato da un nuovo organismo internazionale istituito dagli Stati Uniti in consultazione con i partner arabi ed europei. Esso stabilirà un quadro di riferimento per il finanziamento della ricostruzione di Gaza fino al completamento del programma di riforme dell’Autorità Palestinese.

10. Sarà elaborato un piano economico per la ricostruzione di Gaza attraverso la convocazione di esperti con esperienza nella costruzione di città moderne in Medio Oriente e attraverso l’esame dei piani esistenti volti ad attrarre investimenti e creare posti di lavoro.

11. Sarà istituita una zona economica, con tariffe e tassi di accesso ridotti che saranno negoziati dai paesi partecipanti.

12. Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, ma coloro che sceglieranno di andarsene potranno tornare. Inoltre, gli abitanti di Gaza saranno incoraggiati a rimanere nella Striscia e sarà loro offerta l’opportunità di costruirsi un futuro migliore.

13. Hamas non avrà alcun ruolo nella governance di Gaza. Ci sarà l’impegno a distruggere e a interrompere la costruzione di qualsiasi infrastruttura militare offensiva, compresi i tunnel. I nuovi leader di Gaza si impegneranno a coesistere pacificamente con i loro vicini.

14. I partner regionali forniranno una garanzia di sicurezza per assicurare che Hamas e le altre fazioni di Gaza rispettino i propri obblighi e che Gaza cessi di rappresentare una minaccia per Israele o per la propria popolazione.

15. Gli Stati Uniti collaboreranno con i partner arabi e altri partner internazionali per costituire una forza internazionale di stabilizzazione temporanea che sarà immediatamente dispiegata a Gaza per supervisionare la sicurezza nella Striscia. La forza costituirà e addestrerà una forza di polizia palestinese, che fungerà da organo di sicurezza interna a lungo termine.

16. Israele non occuperà né annetterà Gaza e l’IDF cederà gradualmente il territorio che attualmente occupa, man mano che le forze di sicurezza sostitutive stabiliranno il controllo e la stabilità nella Striscia.

17. Se Hamas ritarderà o rifiuterà questa proposta, i punti di cui sopra saranno attuati nelle aree libere dal terrorismo, che l’IDF cederà gradualmente alla forza di stabilizzazione internazionale.

18. Israele accetta di non effettuare futuri attacchi in Qatar. Gli Stati Uniti e la comunità internazionale riconoscono l’importante ruolo di mediazione di Doha nel conflitto di Gaza.

19. Sarà avviato un processo di deradicalizzazione della popolazione. Ciò includerà un dialogo inter-religioso volto a cambiare la mentalità e la narrativa in Israele e Gaza.

20. Quando la ricostruzione di Gaza sarà avanzata e il programma di riforme dell’Autorità Palestinese sarà stato attuato, potrebbero esserci le condizioni per un percorso credibile verso la creazione di uno Stato palestinese, riconosciuto come aspirazione del popolo palestinese.

21. Gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico per la coesistenza pacifica.

P.S: Notizie dell’ultim’ora. Secondo il giornale progressista Haaretz: “Hamas ha accettato il piano di Trump per la fine della guerra”. Ma il gruppo ha fatto sapere che: “La proposta non è mai stata ricevuta”

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