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05/09/2025

Indonesia scossa da vaste proteste

È il quarto Paese più popoloso del pianeta (oltre 280 milioni di persone), il più grande Stato-arcipelago del Mondo e quello con il maggior numero di musulmani (più di 240 milioni). Alcune proiezioni autorevoli, targate PwC, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, ritengono che possa diventare una delle quattro principali economie internazionali entro il 2050. L’Indonesia ha aggiunto alla sua costante crescita economica, frutto di investimenti stranieri e pragmatismo, un’eccellente maturazione diplomatica e politica. Jakarta è stata infatti ammessa come membro a pieno titolo al blocco delle nazioni in via di sviluppo dei Brics+, mantiene eccellenti rapporti con Cina e Russia, e dialoga con gli Stati Uniti.

In seguito alla salita al potere di Prabowo Subianto, presidente eletto lo scorso ottobre che ha ulteriormente avvicinato il Paese al Sud Globale, sono emerse importanti fratture sociali esplose in violentissime proteste anti governative. Tutto questo rischia di far naufragare l’Indonesia verso il caos assoluto. Le rimostranze popolari, ufficialmente causate dall’aumento del costo della vita e dagli elevati stipendi dei legislatori, stanno danneggiando il sentiment degli investitori in quella che è la più grande economia del Sud-Est Asiatico.

Il miracolo economico indonesiano a rischio

Secondo i dati Lseg, lo scorso lunedì l’indice composito di Jakarta è sceso fino al 3,6%, mentre la rupia indonesiana si è deprezzata a 16.500 rispetto al dollaro statunitense (per inciso: il livello intraday più debole dal primo agosto). C’è chi si dice convinto che la potenziale debolezza della rupia nel breve termine sarà temporanea e che probabilmente invertirà la propria tendenza non appena le incertezze interne si attenueranno. Però nessuno sa con certezza come finiranno le proteste.

Anche perché i cittadini criticano le indennità di alloggio dei legislatori – pari a dieci volte il salario minimo mensile del Paese – a maggior ragione in un momento in cui gli aumenti delle tasse, i licenziamenti e l’inflazione hanno colpito gli indonesiani a basso reddito. La rabbia pubblica è ulteriormente deflagrata dopo che un tassista motociclista è stato ucciso durante un’azione di polizia in un luogo di protesta. Le proteste si sono intensificate, con i rivoltosi che hanno preso di mira le abitazioni dei parlamentari, saccheggiando e depredando proprietà e incendiando edifici governativi.

La causa delle proteste

Nel frattempo Prabowo Subianto sostiene che l’ondata di disordini che sta travolgendo l’Indonesia potrebbe essere collegata a non meglio specificati atti di tradimento da parte di personaggi “mafiosi”. “Si tratta di atti di tradimento. Ho il sospetto che ci siano già delle indicazioni, e non esiteremo a difendere il popolo. Affronterò la mafia, non importa quanto sia forte”, ha dichiarato Prabowo, dopo aver fatto visita agli agenti di polizia feriti durante le manifestazioni.

Il leader del Paese ha anche ipotizzato che alcune azioni compiute dalle forze dell’ordine durante le proteste possano essere il risultato di negligenza involontaria o coercizione. “Se ci sono vittime, i veri colpevoli sono coloro che fomentano disordini, causando sofferenze a persone innocenti”, ha aggiunto Prabowo, senza fare nomi. I legislatori hanno accettato di eliminare alcune delle loro indennità e diversi membri della Camera dei Rappresentanti sono stati sospesi per aver rilasciato commenti insensibili. Tuttavia, Prabowo non ha indicato di voler modificare alcuna delle sue principali politiche economiche.

Le speculazioni sul coinvolgimento della mafia nei disordini si sono intensificate dopo che alcuni membri del governo di Prabowo hanno diffuso sui social media contenuti che alludevano al ruolo della criminalità organizzata nel controllo di diverse materie prime strategiche, come riso, olio da cucina, petrolio e gas.

In un contesto del genere, l’attuale presidente aveva promesso di portare il tasso di crescita medio del Paese all’8% nell’arco di cinque anni. L’ingresso dell’Indonesia nei Brics+ avrebbe dovuto consentire a Jakarta di sbloccare nuove opportunità economiche, attrarre investimenti e rafforzare la propria influenza globale. Se le proteste non si placheranno ogni speranza sarà vana.

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