Quale miglior messaggio sì potrebbe partorire per battezzare questo benedetto blog?
Non avendo la minima idea di cosa scrivere, ho pensato bene di buttarmi sul sempreverde argomento da Carramba che Sorpresa piuttosto che Meteore (due programmi di merda scelti proprio a caso eh...). Di tanto in tanto, infatti, mi viene spontaneo ravanare tra quei personaggi che, nel corso degli anni, sì sono eclissati totalmente o quasi dalla scena musicale.
Tra i numerosi dispersi in azione ce ne sono due che mi hanno sempre creato un certo nocumento: Scott Burns e James Murphy.
I punti di contatto tra questi seminali personaggi sì sprecano. Per farla breve, senza il loro contribuito buona parte della caratterizzazione tipica del death metal non sarebbe come la conosciamo oggi. Burns, nel corso della propria carriera ha prodotto numerose pietre miliari del death americano (da World Downfall, a From Beyond, da Cause of Death a Effigy of the Forgotten passando per Testimony of the Ancients, Retribution, Butchered at Birth ecc.) oltre a una manciata di essenziali dischi thrash come Beneath the Remains, Idolatry o Slaughter in the Vatican. Sì può, quindi, tranquillamente dire che gli standard di resa sonora del genere li abbia canonizzati lui, almeno fino a quando non saltò fuori un certo Colin Richardson a rimescolare le carte.
Le tracce di Burns sì persero dopo la pubblicazione di Despise the Sun e fu necessaria la reunion degli Obituary per vederlo tornare nuovamente dietro al mixer per la produzione di Frozen in Time, che a tutt'oggi resta la sua ultima firma in campo estremo dal momento che la sua attività preponderante è ora quella della programmazione informatica.
Murphy, nonostante una produzione tutto sommato limitata nell'ambiente, ha legato il proprio nome a capolavori dell'estremo come Spiritual Healing e Dreams of the Carrion Kind, senza dimenticare il suo fondamentale apporto in seno ai Testament e più in generale alla "canonizzazione" dei tecnicismi e di una certa ricercatezza armonica in un genere che prima del suo arrivo (e di altri) non s'era mai posto problemi simili (nel 90% dei casi a ragione...).
A differenza di quanto accaduto a Burns, l'estro di Murphy non fu messo in ombra dai cambiamenti delle mode, ma dall'ampliamento dello spettro d'interessi dello stesso chitarrista e soprattutto, da un tumore al cervello da cui è guarito, ma che ha congelato la sua attività fino a oggi, saltuariamente rianimatasi per la produzione di qualche album e il confezionamento di assoli al soldo dell'artista di turno.
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