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24/11/2010

Italia di...

Oggi parliamo dell'argomento più in voga tra i salottisti, i pensatori bene e i filantropi di sto cazzo (in sintesi di tutta quella gente che non ha un cazzo da fare/a cui pensare durante la propria giornata -ndr-) presenti in questo Paese. No, non parleremo dei teatrini da pseudo prima repubblica che stanno facendo venire un travaso di bile all'uomo che ormai pensava d'essere diventato il secondo dittatore storico d'Italia, ma di qualcosa d'affine. Sono ormai tre settimane, infatti, che l'attenzione mediatica è puntata oltre che su giochi di palazzo, zoccole ecc. anche su un nuovo programma televisivo che in sole tre puntate ha fatto man bassa di tutti gli ascolti come non accadeva da tempi immemori. Mi riferisco a Vieni via con me co-ideato e diretto dalla coppia Fazio-Saviano.
Personalmente non sono rimasto particolarmente colpito dalla qualità del format in questione, che a mio modo di parere sì limita a ribadire concetti ormai triti e ritriti scadendo in ogni tipo di retorica rintracciabile nella coscienza di ogni cittadino italiano (me compreso).
Nei pochi momenti di lucidità che la stanchezza serale mi concede, dunque, ho ben pensato di provare a sviscerare le motivazioni alla base di un successo così eclatante imbattendomi nel punto di vista di Carlo Freccero (a giudicare dal suo curriculum un personaggio dentro alla questione -ndr-). Nel suo articolo, tra le altre cose, Freccero sostiene che la trasmissione di Fazio-Saviano "ha dei vizi formali: sconfina nella retorica, sfonda porte aperte, ripete fatti noti senza attingere a quel giornalismo d'inchiesta che aveva fatto di Gomorra una narrazione unica. I beni e i mali del Paese sono formalizzati in eventi che ripetono lo schema lento - rock di Celentano. Si attinge a un repertorio consolidato di "santini laici": Falcone, Eluana Englaro, Welby. Lo sguardo verso l'attualità non apporta nessun elemento di novità. Non c'è l'inchiesta dalle conseguenze clamorose. Non c'è l'approfondimento filosofico dei temi morali. L'attualità è ridotta ad elenchi, filastrocche, una sorta di Mantra ripetitivo, formalizzato ed organizzato come un ritornello. Ci sono cose profonde, comiche, superficiali, gravi, assurde. L'elenco ne omogenea l'impatto sul pubblico. Trasforma l'informazione in liturgia."
Impossibile esprimersi meglio in merito, tuttavia, l'aspetto più importante della sua opinione è condensata nelle ultime righe dell'articolo in cui trova senso la standing-ovation settimanale tributata a Vieni via con me.
"La forza di penetrazione di "Vieni via con me" sta proprio in questa apparente banalità e ripetitività. È un meccanismo che ha bisogno di tempo per funzionare, come ritornello di una canzone ha bisogno di tempo per fissarsi nell'inconscio del pubblico. I difetti formali che sono stati imputati a "Vieni via con me" sono in realtà i suoi punti di forza. Una liturgia non può essere nuova. Una liturgia ha bisogno di preghiere. E gli eventi funzionano con la cadenza rassicurante del rosario, con la forza della ripetizione. Per partire o ripartire si fa appello al mito. E un mito non può mai essere nuovo, originale, d'avanguardia."
Come credevo, dunque, anche questa trasmissione è l'ennesimo teatrino dei benpensanti, dove non s'è badato a scuotere la massa dalle fondamenta, demolendone le false credenze e facilitando il suo sviluppo come insieme compatto d'unità individualmente coscienti e pensanti. E del resto non poteva essere altrimenti, perché come cazzo sì fa a pretendere una critica seria al sistema da chi guadagna 2 milioni di € l'anno facendo TV (Fazio -ndr-), da chi non pronuncia nemmeno un nome di politico colluso con la mafia pur esponendo l'argomento in lungo e in largo (Saviano -ndr-), da quelli che per l'ennesima volta rendono voce dell'Italia le solite facce (Fini, Bersani, Bonino, Piano)???
Per farla breve, a casa nostra la mentalità democristiana del lamentarsi ma non troppo, del criticare ma non direttamente, del parlare per tutti e mai per se stessi, è viva e inossidabile come la permanenza in Parlamento del carissimo Andreotti Giulio!!!
Quindi, Italia di merda, come decantano molto sinteticamente i Cripple Bastards:

1 commento:

  1. La cosa inquietante è che questo pezzo è del '96 ma risulta ancora terribilmente attuale...

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