Il 14 ottobre si giocherà nuovamente la partita della vergogna. La FIGC cerca nuovamente di mascherare la sua complicità, questa volta dicendo di voler devolvere gli incassi ad una ONG che operi a Gaza.
Limitarsi a “riparare” parzialmente i danni senza mettere in discussione le cause profonde significa accettare la logica che normalizza l’occupazione e rende il genocidio solo “meno cruento”.
Se la FIGC vuole realmente fare qualcosa a sostegno della Palestina allora:
1. Interrompa ogni rapporto sportivo con Israele;
2. Si rifiuti di giocare tutte le partite contro Israele o club israeliani, in particolare quelle previste per il prossimo 8 settembre e 14 ottobre riconoscendo che l’IFA sia direttamente coinvolta nell’occupazione illegale dei territori della Palestina dove svolge regolarmente attività calcistiche, violando, per questo, gli statuti della FIFA e il diritto internazionale;
3. Faccia suo l’appello dell’Associazione Allenatori Italiana Calcio (AIAC) avanzando alla FIFA e UEFA l’esclusione di Israele da ogni competizione.
Ci vediamo in corteo il 14 ottobre a Udine.
Palestina Libera!
Limitarsi a “riparare” parzialmente i danni senza mettere in discussione le cause profonde significa accettare la logica che normalizza l’occupazione e rende il genocidio solo “meno cruento”.
Se la FIGC vuole realmente fare qualcosa a sostegno della Palestina allora:
1. Interrompa ogni rapporto sportivo con Israele;
2. Si rifiuti di giocare tutte le partite contro Israele o club israeliani, in particolare quelle previste per il prossimo 8 settembre e 14 ottobre riconoscendo che l’IFA sia direttamente coinvolta nell’occupazione illegale dei territori della Palestina dove svolge regolarmente attività calcistiche, violando, per questo, gli statuti della FIFA e il diritto internazionale;
3. Faccia suo l’appello dell’Associazione Allenatori Italiana Calcio (AIAC) avanzando alla FIFA e UEFA l’esclusione di Israele da ogni competizione.
Ci vediamo in corteo il 14 ottobre a Udine.
Palestina Libera!
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Alle dichiarazioni dell’allenatore della Nazionale italiana, Gattuso, ha replicato uno storico attivista napoletano, Francesco Maranta:
“Le dichiarazioni di Rino Gattuso, secondo cui “con Israele bisogna giocare”, risultano sconcertanti e profondamente inaccettabili in un momento storico in cui il mondo intero è testimone degli orrori commessi nella Striscia di Gaza. Parlare di normalità sportiva mentre è in corso un massacro contro civili, donne e bambini significa voltare le spalle alla giustizia e alla dignità umana.
Questo non è “restare fuori dalla politica”, è una scelta di campo. Ed è una scelta vile. Davanti a un genocidio, il silenzio o la complicità sono già schieramenti. Ci si aspettava responsabilità, non cecità morale. Chi ha un ruolo pubblico ha anche un dovere etico. Non c’è sport senza diritti umani. Non c’è pace senza verità”.
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