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30/07/2011

Pigs in zen

Non avrei scommesso un soldo bucato sulla possibilità di portarmi a casa in un paio di giorni i primi due album dei Jane's Addiction.
Ancora meno avrei puntato sul fatto di riprovare quelle emozioni che vivevo quando iniziai a comprare dischi e parallelamente ad interessarmi di musica.
E' stata una bella sorpresa trovare Nothing's Shocking e Ritual De Lo Habitual a prezzo stracciato (fischi alla Warner che nel secondo disco non ha infilato nemmeno due paginette coi testi dei pezzi, poi sì lamentano che la gente non compra più un disco manco sotto tortura), ancora più bello è stato ascoltare tutto d'un fiato entrambi gli album e ritrovarmi in mezzo a quel che cercavo quando più di 10 anni fa mi capitava d'ascoltare di tanto in tanto i Red Hot Chili Peppers.
Il confronto tre i due gruppi per ragioni piuttosto ovvie viene da se. Entrambi furono tra i capostipiti commerciali di quel alternative rock/crossover che spesso sì indica come funk rock perché l'attraversamento consisteva nell'oltrepassare i confini che delimitano rock e funk, e qui sta il nocciolo. Secondo il sottoscritto, infatti, i Jane's sì dimostrarono più abili nell'opera di mistura rispetto ai Peppers, che ho sempre trovato poco incisivi nel lavoro di chitarra operato da Frusciante, in parte adombrato dal talento di Flea.
La sezione strumentale dei Jane's mi suona, invece, più equilibrata con  Navarro a fare da "valore aggiunto" riversando, soprattutto all'esordio, influenze variegate spesso piacevolmente sfocianti in soluzioni marcatamente hard&heavy.
Di contro, invece, entrambe le formazioni patiscono l'assenza di una voce più incisiva, i timbri di Kiedis e Farrell mi hanno sempre dato l'impressione di non possedere il necessario impatto per esaltare i rispettivi pezzi. Personalmente, nei Jane's avrei visto molto bene una voce simile a quella di Whitfield Crane degli Ugly Kid Joe.

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