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06/09/2025

Francia - Macron alla guerra, anche contro i lavoratori

È vero, ci capita di ricorrere spesso alla frase: “dio confonde coloro che vuol perdere”. Ma ne siamo obbligati da quel che quasi ogni giorno vediamo fare ai principali “leader” europei. E dire che per fortuna siamo atei... 

La Francia, due giorni fa, ha ospitato il vertice dei “volenterosi” ed è il paese che più sta spingendo – insieme a quell’altro accecato dell’inglese Starmer, che si ritrova con la vicepremier dimissionaria, Angela Rayner, e un rimpasto per sostituire anche la cancelliera al Tesoro, Rachel Reeve – per inviare soldati in Ucraina. Ben sapendo, anche prima che lo dicesse Putin, che sarebbero ovviamente considerati “un bersaglio legittimo”.

Non si tratterebbe infatti di una “missione di pace” o di “interposizione” (cosa che richiede il consenso di entrambe le parti in conflitto), ma di una integrazione a supporto dell’esercito di Kiev, ossia di una delle due parti in conflitto. Di fatto, insomma, una dichiarazione di guerra alla Russia.

È un’intenzione purtroppo seria, tanto che il governo di Bayrou-Macron, al pari di quello tedesco, ha già allertato gli ospedali perché si attrezzino a ricevere centinaia di militari feriti al giorno, a partire dalla primavera 2026.

Ecco, in una situazione del genere – e dando per scontato che il lettore sappia quanto siamo contro la guerra imperialista e i suoi cultori – uno si aspetterebbe che il governo o il presidente di quel paese che si prepara a una guerra si comportino con serietà, pensando a come preparare la popolazione o almeno guadagnarsene il consenso. Magari “lisciando il pelo” dell’opinione pubblica... 

Neanche per sogno. Le conseguenze (intanto quelle ospedaliere, con ulteriore stress della sanità pubblica) di un’avventura guerrafondaia sono tenute strettamente secretate (la prima denuncia pubblica è arrivata da una rivista satirica come Le Canard Enchainé), mentre il governo affronta lunedì un voto di fiducia probabilmente fatale davanti a un’Assemblea Nazionale in cui non ha mai avuto la maggioranza, ricorrendo sempre a “tappabuchi” imprestati da repubblicani, “socialisti”, fascisti lepenisti.

Del resto la questione su cui è posta la fiducia è totalmente impopolare. Bayrou propone infatti di tagliare 43,8 miliardi di euro dal bilancio del prossimo anno, operazione che egli definisce necessaria per ridurre il pesantissimo deficit di bilancio della Francia.

Quindi, qual è la preoccupazione principale del banchiere presidente della Republique?

Ma è ovvio! Avere comunque un governo in carica già dal giorno dopo la probabile sfiducia, in modo da reprimere il più possibile le manifestazioni annunciate per lo sciopero generale proclamato il 18 settembre dai sindacati.

Racconta POLITICO – una testata Usa peraltro decisamente pro-establishment – che “Emmanuel Macron vuole muoversi rapidamente per nominare un nuovo primo ministro a seguito del probabile crollo del governo, lunedì”, perché “L’obiettivo è avere il sostituto di François Bayrou pronto prima del 18 settembre, quando molti dei maggiori sindacati del paese prevedono di proclamare uno sciopero”.

Ce ne sarebbe uno anche il 10 settembre, ma si tratta di una mobilitazione promossa “dal basso” tramite appelli online, considerata di “sinistra radicale”, potenzialmente occasione di scontri ma numericamente snobbata dall’Eliseo... 

Quello del 18 invece è il classico sciopero alla francese: di massa, pressoché totale, e soprattutto di una durata non prestabilita. Tutti gli spioni del governo starebbero infatti “diventando matti” per capire se è previsto un proseguimento anche per il 19 o addirittura il 20. Una prospettiva catastrofica, visto che tra le categorie protagoniste ci saranno certamente ferrovieri, addetti ai trasporti, insegnanti, controllori del traffico aereo, compagnia di bandiera, dipendenti pubblici in genere... 

Praticamente la paralisi, con un governo vicino alle dimissioni (Bayrou, se dovesse reggere fino a quel giorno) o chiamato a fare il Noske della situazione appena insediato (e manca ancora un nome, un boia, che si candidi a questo ruolo).

Volontà di andare in una guerra suicida e di tenere sotto il tallone di ferro la popolazione in casa propria. A questo è ormai ridotta la più antica e credibile delle “democrazie europee”.

Se non sono accecati da un dio furioso, si vede che sono decerebrati in proprio.

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