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10/01/2011

Vaticano e dintorni.

Il fenomeno della caccia alle streghe nacque verso la fine del XV secolo e perdurò fino all'inizio del XVIII secolo all'interno dell'occidente cristiano: le cosiddette "fattucchiere" (e a volte anche i loro figli, soprattutto se di sesso femminile), appartenevano per lo più alle classe popolari. Soltanto una piccola minoranza di loro poteva essere realmente annoverata tra i veri e propri criminali colpevoli di omicidi, o di altri gravi reati.
La stragrande maggioranza era invece composta da persone innocenti, di ogni età e condizione, spesso "levatrici" e guaritrici, in un tempo in cui decotti ed infusi a base di piante usati dall'empirico sapere tradizionale delle guaritrici risultavano non meno efficaci e sicure delle varie medicine; e, d'altra parte, la popolazione, essenzialmente rurale, non aveva altre possibilità per curarsi del ricorrere ai loro rimedi, meno costosi di quelli dei medici.
Molte "streghe" vennero torturate e bruciate vive, con le motivazioni ufficiali più varie, ma spesso in base a delazioni anonime mosse anche da futili ragioni (perché giovani, oppure troppo vecchie... soprattutto perché donne). Non di rado finirono sul rogo anche bambini ritenuti "indemoniati", sacrificati sull'altare di un meccanismo inquisitorio aberrante e di una crudeltà che appare oggi incomprensibile. In un periodo di oscurantismo religioso, l'immaginazione e i voli della fantasia, tipici dell'infanzia, diventarono un reato passibile di condanna capitale.
Le streghe rappresentano una funzione antiistituzionale che il potere utilizza per giustificare azioni repressive: le persecuzioni sulla base di soli pregiudizi sono storia dei nostri giorni... la caccia alle streghe è ancora in atto... il potere crea sempre inquisizione!!

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