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11/01/2011

Chiamatemi Professore.

Oggi vorrei parlare di calcio, ma di quello che fù, non certo del baraccone che è diventato negli ultimi anni.
L'isola di Lipari, nel lontano 2 Maggio 1941, ha dato i natali ad un personaggio Geniale, Scomodo, Amato, Odiato, Ironico, Enigmatico ma forse uno dei pochi e soli autentici e veri allenatori di sempre: sto parlando del "Professore" Franco Scoglio.
Da giovane compì studi irregolari e lavorò come cameriere presso il ristorante gestito dalla madre. Ha iniziato ad allenare nel 1972 con le giovanili della Reggina. Passò successivamente ad allenare fra i dilettanti e quindi in C1 (Messina, Gioiese, Acireale, Akragas) poi l'approdo in serie B con il Messina (1985).
Arrivò al Genoa nel 1988, esperienza che lo segnò per sempre; in questa squadra lasciò un'impronta indelebile presentando con vulcanica verve innovazioni tattiche e sagaci lezioni di vita. Dopo due anni l'arrivo in Serie A e successivamente una salvezza meritata.
Nei seguenti anni conditi da esoneri e dimissioni allenò anche Bologna, Udinese, Lucchese, Pescara, Torino, Cosenza e Ancona. Non mancò mai però di ritornare al suo Genoa ogni qualvolta se ne presentasse l'occasione (1993-94, 1994-95, 2000-01 e 2001-02).
Tra il 1998 e il 2000 ha allenato la nazionale della Tunisia, conquistando la qualificazione al campionato mondiale, ma arrivò al punto di lasciare la nazionale proprio poco prima di potersi giocare un prestigioso campionato del mondo giusto per accorrere a salvare il suo Genoa in ambasce. Nel 2000 ha guidato la Libia, ma ha dato presto le dimissioni per allenare il Napoli dove applicò per l'ultima volta la sua tattica a 'rombo' (10 partite).
Scoglio è stato commentatore televisivo per molte reti televisive italiane (da ultimo a Controcampo su Italia 1), ma anche all'estero (era commentatore tecnico ed opinionista anche per Al-Jazeera). Personaggio molto popolare nell'ambiente calcistico, amato ma anche molto discusso, Scoglio morì in circostanze drammatiche, il 3 ottobre 2005, colto da un infarto mentre partecipava, in diretta TV, ad una trasmissione della rete locale Primocanale di Genova, città che lo aveva adottato. Scoglio si sentì male dopo un vivace confronto telefonico - molto polemico, in verità - con il presidente del Genoa, Enrico Preziosi.
Scoglio era molto amato e stimato dai sostenitori rossoblù: al suo funerale a Genova parteciparono ben 8.000 persone per tributargli un ultimo commiato. Successivamente tornò per l'ultima volta a Messina accolto al Celeste da un vasto gruppo di tifosi, per poi partire per l'ultimo viaggio a Lipari, dove è stato sepolto.

Non mi resta altro che ricordarlo con alcune delle sue frasi più celebri:
-A Gullit la natura ha dato molto. E la natura va rispettata: lui deve giocare come vuole.
-A Salerno non saremo ancora pronti per andare ad aggredire da Genoa. Potremo aggredire part-time...
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Che libidine quando perdo. La sconfitta mi esalta e mi fa assaporare stimoli insostituibili.
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Lei, laggiù in fondo, mi deve ascoltare, altrimenti io sto qui a parlare "ad minchiam". " (10 settembre 1990, in sala stampa dopo la partita Cremonese-Genoa vinta per uno a zero dai rossoblù).
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Il gol preso a Bergamo calcisticamente non esiste...
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Il presidente non esiste, la squadra non esiste e la società non esiste, ma nella maniera più assoluta: esistono solo tifoseria e tecnico.
-Si fondono i metalli, non i sentimenti!! (riferito simpaticamente alla squadraccia della periferia genovese).
-La classifica io non la guardo dall'alto in basso, la guardo di traverso.
-
Non me ne frega nulla di chi resta al comando della squadra: il dottore (?!) Dalla Costa o il dottore Scerni, perché devono comunque capire che non contano niente: il Genoa è della sua gente.
-Non volevo fare il gesto dell'ombrello. E solo il mio modo di esultare, alla Connors!
-Oggi faccio un'analisi a 300 gradi, 60 gradi li tengo per me.
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Il Genoa è una cosa particolare, ha un Dio tutto suo...
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Le caratteristiche che devono avere i miei giocatori? Senz'altro necessitano di attributi tripallici. Quelli che hanno tre palle fanno il pressing, quelli che ne hanno due giocano al calcio, quelli che ne hanno una fanno le partite fra scapoli e ammogliati.
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Ammiro Eriksonn, un gran signore. Proprio l'esatto contrario del sottoscritto. Lui pensa solo alla sua squadra, io, invece prima di addormentarmi prego Gesù che mi dia la squadra per battere la Sampdoria.
-Io non faccio poesia, io verticalizzo!!!
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La Samp è come Dorian Gray, cultore dell'estetismo.
-Toglietemi di torno 'sti gialli di minchia.... (il riferimento è ai giornalisti giapponesi ai tempi di Miura)
-Io non comando i giocatori, io li guido.
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Pagherei 2 biglietti per vedere Maradona.
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Se qui a Genova non vinco uno scudetto in tre anni, torno a Lipari a fare l'albergatore.
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Io i colori rosso e blu li ho nel sotto pelle, capisce?
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Genoa-Torino, non è una partita di calcio. Genoa-Torino è la Storia del Calcio. Perchè la Storia del Calcio, in Italia, l'hanno fatta solo quattro squadre: il Genoa, il Torino, la Pro Patria e la Pro Vercelli...
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Io per lei non sono il signor Scoglio, sono il Professor Scoglio.

Grazie di tutto, Professore!!!

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