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04/05/2011

Obama killed Osama.


Un fine settimana seminale quello appena trascorso!
In tre giorni "si presentarono nell'ordine": il matrimonio in casa Windsor, la beatificazione del pontefice polacco e ultimo ma non ultimo l'assassinio di Osama.
Con questa bomba mediatica ci stanno asfissiando da inizio settimana, in parte a ragione perché in buona sostanza sì tratta dell'evento del decennio insieme al famigerato "attentato" dell'11 settembre 2001.
Peccato che non sia tutto oro quel che luccica, e mentre negli States la popolazione scende in piazza a celebrare la morte violenta del barbuto al grido di "USA, USA!" o del rinverdito "Yes we can!", a 10 anni di distanza nessuno ha ancora dissipato i dubbi in merito allo sbriciolamento un po' troppo certosino delle Twin Tower, alle carenze quasi volute della difesa aerea americana che si accorse dei dirottamenti solo quando i velivoli si sfracellarono sui rispettivi obiettivi, per non parlare dell'intelligence, descritto come totalmente allo scuro circa un'operazione terroristica così mastodontica e per di più realizzata da soggetti che erano in aria di CIA/Pentagono fin dai tempi dell'occupazione sovietica dell'Afghanistan.
Insomma, la faccenda puzza e considerando che gli americani sono specialisti nell'auto costruirsi il casus belli per poi impugnare le armi contro qualcuno (dalla guerra ispano-americana del 1898, a Pearl Harbor, dall'incidente nel Golfo del Tonkino all'11 settembre 2001) è singolare che nessuno dei maggiori organi di stampa occidentali abbia mai messo in discussione il maggior evento del decennio, fatta eccezione per Michael Moore, per altro immediatamente bollato come un povero visionario complottista.
A vederlo con occhio critico, in effetti, il decennio del terrore e relativa guerra per sopprimerlo, ha fatto la gioia delle tre principali lobby mondiali, quelle finanziaria, bellica ed energetica (basta fare i conti in tasca al Pentagono e alle compagnie petrolifere per capirlo) che, di fatto, comandano la politica, prima di tutte quella americana.
Ragionando, non appare, infatti, casuale che l'annuncio dell'assassinio di Bin Laden, sia stato diffuso (in piena campagna elettorale), da un Obama ben lontano dai livelli di consenso che deteneva 3 anni fa quando predicava di economia verde, assistenza sanitaria per tutti e smilitarizzazione dai principali teatri della guerra al terrore.
Solo affari e politica edulcorati dal desiderio di vendetta (deprecabile quando ci si proclama la più grande democrazia del pianeta) di una popolazione intera? Parrebbe proprio di sì, con buona pace dei 4000 poveracci crepati nelle due torri, degli altrettanti soldati caduti in Afghanistan e Iraq e dei milioni di civili periti nei due teatri bellici.

"I morti sanno solo una cosa, che è meglio essere vivi" forse sarebbe il caso di ricordarlo a un premio nobel per la pace che parla di giustizia a seguito di un assassinio.

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