Chi ha un'età compresa tra i 25 e i 35 anni, avrà sicuramente memoria di come l'Unione Europea ci venisse presentata come un mito, e con l'avvicinarsi del 1 gennaio 2002 come un'occasione unica che avrebbe cambiato in meglio la nostra vita.
A 9 anni di distanza, però, il 90% del pathos comunitario s'è dissolto come neve al sole. Chi è giovane e ha un minimo di cervello converrà sul fatto che il cammino unitario intrapreso dal vecchio continente non ha portato alcun vantaggio tangibile alla nostra esistenza, anzi verrebbe da dire che l'unico fattore di concreta unità sia l'allargamento a livello continentale di rogne che magari una volta restavano relegate in una singola nazione.
Per come la vedo io, questa deriva è causata dalle fondamenta su cui è stata costruita l'Europa, fondamenta che furono e sono tutt'ora di carattere meramente finanziario (che è poi l'unico argomento che interessa a chi sta in alto) il resto è fumo.
Parafrasando Cavour, forse, sarebbe stato il caso di costruire prima gli europei e poi l'Europa, magari evitando di farla a immagine e somiglianza del mercato neoliberista.
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