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29/04/2011

This Morbid Moment...

Che il mio interesse verso tutto quel che riguarda il mondo metal sia prossimo allo zero (in quanto rappresenta sempre meno la mia personalità, ndr) penso ormai non sia più un segreto. Provo, infatti, una strana indifferenza nell'ascolto dei classici dischi di questo filone musicale, figurarsi quindi l'entusiasmo con cui accolgo le "new sensation".
Nonostante tutto, vorrei dedicare un paio di righe ad alcuni lavori recenti che hanno il merito di esser riusciti a smuovere qualcosa. No, non sto parlando dei Darkthrone (dei quali preferisco la recente genuina svolta crust/punk piuttosto che il periodo true norwegian black metal, se ne facciano una ragione le innumerevoli vedove di Dead, ndr) ma di due formazioni europee piuttosto recenti.
Dalla gelida (?!?) Grecia arrivano gli Omega, capitanati da un certo Adar (personaggio che mi risultò immediatamente simpatico appena vidi una sua foto, ora purtroppo sparita dal web), autori del piacevole "Second Coming, Second Crucifixion". Proprio come Fenriz & Nocturno Culto, i giovani ellenici si definiscono "evil rock n'roll" (piuttosto ridicole queste etichettature, ndr), in poche parole si rifanno ai maestri del marciume old school, ovvero Hellhammer, Sodom, Sarcofago, Motorhead e Venom più una spruzzatina di Discharge per quanto riguarda le parti ritmiche della batteria (come si può notare nei brani "Out Of Control", "Black Metal Rust" ed "Hellhammer"). Da notare i tempi mai troppo esasperati e, soprattutto, la facilità con cui Adar riesca ad imitare, con discreto successo, un certo Tom G. Warrior (a proposito, avrà fatto pace con la madre ??? ndr). Una tirata d'orecchi va fatta, come spesso accade quando si parla di certi gruppi, ai testi delle canzoni, terribilmente imbarazzanti. Ora dico: il metal, come tutto il rock, dovrebbe essere un genere di protesta o comunque rottura con le convenzioni di turno, allora perché, nel 2011, continuare a parlare di cazzate tipo "Big beer for big nuts" "Beat the poser" "We open the grave" e cose del genere??? Eppure mi sembra che in Grecia non se la stiano passando granché bene, e argomenti da tirare fuori ce ne sarebbero a iosa. Chiusa questa doverosa parentesi polemica, mi sento di consigliare il gruppo in questione: sia ben chiaro, nulla di nuovo per cui strapparsi i capelli, ma perlomeno una copia ben riuscita.
Spostiamoci un poco più a nord per andare a pescare i Bastard Priest, duo scandinavo dedito al death metal vecchio stampo. Quindi, fortunatamente, niente a che fare con sterili gruppi fondati da musicisti che si autodefiniscono tecnici (chissà a quanta gente, anche dell'ambiente genovese, staranno fischiando le orecchie, ndr) ma soltanto tanta grinta, ferocia e coinvolgimento, com'è giusto che sia. "Under The Hammer Of Destruction", questo il titolo dell'album, è una vera gioia per le mie orecchie. Il sound si rifà alla scuola death di Stoccolma, quindi pieno di gain, col tipico growl basso e potente ricco di riverbero e i tipici riff di chitarra a mo di sega elettrica. In più, vanno aggiunti alcuni rallentamenti doom (i miei preferiti, ndr) per gettar un'aurea ancor più morbosa, e, come ciliegina sulla torta, un'attitudine tipicamente punk, che mi fa gridare al miracolo. Nessun pezzo da citare in particolare, il disco è un macigno che va gustato tutto d'un fiato.
Bene, con somma gioia non posso far altro che restare in "campana" attendendo altre perle del genere: fortunatamente non esistono solo act che propongono brani che sembrano usciti dalle b-side dei più sfigati gruppi thrash degli anni '80...

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