Diverse teorie cospirative sui social media spagnoli sono emerse dopo la terribile tempesta Dana, che ha devastato Valencia e fatto centinaia di vittime.
Alcune incolpano il Marocco ed il suo programma di Cloud Seeding: in sostanza, quella procedura che prevede la stimolazione di formazioni nuvolose troppo deboli da causare pioggia, in modo da spremerle un po’ prima che si disperdano. Una tecnica nota da anni, che produce qualche risultato a livello locale. Naturalmente, l’effetto massimo è ottenere da queste nuvole recalcitranti qualche limitata precipitazione sui luoghi sottostanti.
Cosa c’entra tutto questo con i disastri climatici a livello globale, dei quali il cataclisma di Valencia è l’ultimo episodio di una lunga serie?
È un bel misto cospirativo, condito con abbondante salsa di odio nazionalista/razzista e di avversione alle energie rinnovabili.
Tutto parte dal sito spagnolo “Maldito Clima”. Esatto: Clima Maledetto.
La teoria cospirativa sostiene che il Marocco “potrebbe essere coinvolto nella manipolazione del meteo attraverso tecnologie non comprovate come HAARP, presumibilmente per danneggiare l’agricoltura spagnola durante una stagione di raccolta chiave per arance e verdure”.
Dicono quelli del Maldito Clima: “Non si chiama DANA o Cold Drop. Si chiama GEOENGINEERING HAARP. E forse il Marocco c’entra qualcosa: lo fanno per rovinare i propri concorrenti nel bel mezzo della stagione delle arance e delle verdure. E, a proposito, per aiutare le grandi aziende ad acquisire terreni a basso costo per le energie rinnovabili”.
Oramai, questi personaggi li riconosciamo appena aprono bocca o scrivono mezza frase.
Facile da capire: si rimpolpa una bufala cospirativa (“HAARP geoingegnerizza il cambiamento climatico”) sbugiardata da tutti e da tempo, con l’avversione contro “gli arabi” (il razzismo in Spagna contro “i marocchini” è storia passata e disgustosa che ha origini Franchiste, ora è morta e sepolta, ma la destra neofascista e forcona cerca di riportarlo in vita) ed a buon peso contro le energie rinnovabili, altra bestia nera dei borghesi ignoranti di destra, che odiano essere costretti a rinunciare alle loro automobili a benzina.
Queste teorie cospirative sono spesso alimentate per questi poco nobili fini politici, oppure da coloro che cercano di trarre profitto diffondendo sensazionalismo online.
Se ci fosse una base reale per queste affermazioni, ci aspetteremmo dichiarazioni ufficiali dalle autorità spagnole o marocchine. Comprensibilmente, per evitare di finire impelagate in dispute inutili, e magari dannose, non commentano neppure.
Basta poi ricordarsi che né la Spagna né il Marocco possiedono le capacità satellitari per controllare i modelli meteorologici, nonostante abbiano solidi sistemi di monitoraggio, capacità di previsione avanzate e numerosi esperti che potrebbero rispondere ufficialmente o ufficiosamente, se necessario.
Ancora, ricordiamo che HAARP – un trasmettitore radio situato in Alaska utilizzato per studiare uno strato superiore dell’atmosfera (chiamato ionosfera) – non è in grado di manipolare il meteo, né tanto meno il clima.
La tempesta su Valencia, una delle più intense dell’ultimo secolo nella regione, si è verificata, come negli altri casi in passato, quando l’aria fredda soffia sulle calde acque del Mediterraneo. Ciò fa sì che l’aria più calda salga rapidamente, formando dense nubi cariche d’acqua che possono indugiare sulla stessa area per molte ore, aumentando il loro potenziale distruttivo.
I meteorologi affermano che l’evento può talvolta innescare grandi tempeste di grandine e tornado, come si è visto questa settimana. La Spagna orientale e meridionale sono particolarmente soggette a questo fenomeno a causa della loro posizione tra l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo. Masse d’aria calda e umida e fronti freddi convergono in una regione in cui le montagne facilitano la formazione di nubi temporalesche e forti piogge.
Anche il Marocco ha avuto piogge, anche se meno intense, ma comunque consistenti (e benefiche), in particolare nelle regioni settentrionali e occidentali dopo l’indebolimento di Dana, mentre le masse d’aria umida in movimento da nord hanno portato nevicate sulle cime delle montagne.
Fun fact. Poco prima della tempesta DANA, circolava un’altra teoria cospirativa che coinvolgeva un programma di inseminazione delle nuvole (Al Gaith) da parte del Marocco per concentrare le precipitazioni all’interno dei suoi confini, impedendo alle masse d’aria umida portatrici di pioggia di raggiungere la Spagna: i marocchini ci rubano la pioggia, insomma.
Anzi no, ce ne mandano troppa, dicono ora.
L’importante è trovare un nemico da odiare, al quale dare – in pura isteria – la colpa. Distogliendo l’attenzione dalle vere cause di questi disastri.
Un ultimo risvolto tragicomico; pur entrandoci come i cavoli a merenda, si sono buttati a pesce nella gazzarra anche i complottisti italiani. Abbondano foto di cieli a pecorelle su Valencia, “prova inequivocabile” che stimolare la pioggia in Marocco provoca cataclismi a Valencia: basta guardare il cielo per capire senza ombra di dubbio che, se non sono stati i marocchini, allora sono “senza dubbio” le scie chimiche: anzi, scie chimiche più cloud seeding, più probabilmente il fatto che a Valencia l’intera popolazione era vaccinata.
Contribuisco io pure con una foto che ritrae un cielo fortemente ingegnerizzato, evidentemente strapieno di scie chimiche. Non è però a Valencia, è fatta dal mio balcone di casa, a Torino, un bel tramonto sulle Alpi Occidentali, come riesco a vederne parecchi, da qui. Nessuno però finora mi aveva “illuminato”. Non avevo idea del pericolo che correvo: sarà meglio che domani esca portandomi l’ombrello.
Perché piovono ca**ate (in spagnolo, està lloviendo tonterias), meglio essere prudenti.
Alcune incolpano il Marocco ed il suo programma di Cloud Seeding: in sostanza, quella procedura che prevede la stimolazione di formazioni nuvolose troppo deboli da causare pioggia, in modo da spremerle un po’ prima che si disperdano. Una tecnica nota da anni, che produce qualche risultato a livello locale. Naturalmente, l’effetto massimo è ottenere da queste nuvole recalcitranti qualche limitata precipitazione sui luoghi sottostanti.
Cosa c’entra tutto questo con i disastri climatici a livello globale, dei quali il cataclisma di Valencia è l’ultimo episodio di una lunga serie?
È un bel misto cospirativo, condito con abbondante salsa di odio nazionalista/razzista e di avversione alle energie rinnovabili.
Tutto parte dal sito spagnolo “Maldito Clima”. Esatto: Clima Maledetto.
La teoria cospirativa sostiene che il Marocco “potrebbe essere coinvolto nella manipolazione del meteo attraverso tecnologie non comprovate come HAARP, presumibilmente per danneggiare l’agricoltura spagnola durante una stagione di raccolta chiave per arance e verdure”.
Dicono quelli del Maldito Clima: “Non si chiama DANA o Cold Drop. Si chiama GEOENGINEERING HAARP. E forse il Marocco c’entra qualcosa: lo fanno per rovinare i propri concorrenti nel bel mezzo della stagione delle arance e delle verdure. E, a proposito, per aiutare le grandi aziende ad acquisire terreni a basso costo per le energie rinnovabili”.
Oramai, questi personaggi li riconosciamo appena aprono bocca o scrivono mezza frase.
Facile da capire: si rimpolpa una bufala cospirativa (“HAARP geoingegnerizza il cambiamento climatico”) sbugiardata da tutti e da tempo, con l’avversione contro “gli arabi” (il razzismo in Spagna contro “i marocchini” è storia passata e disgustosa che ha origini Franchiste, ora è morta e sepolta, ma la destra neofascista e forcona cerca di riportarlo in vita) ed a buon peso contro le energie rinnovabili, altra bestia nera dei borghesi ignoranti di destra, che odiano essere costretti a rinunciare alle loro automobili a benzina.
Queste teorie cospirative sono spesso alimentate per questi poco nobili fini politici, oppure da coloro che cercano di trarre profitto diffondendo sensazionalismo online.
Se ci fosse una base reale per queste affermazioni, ci aspetteremmo dichiarazioni ufficiali dalle autorità spagnole o marocchine. Comprensibilmente, per evitare di finire impelagate in dispute inutili, e magari dannose, non commentano neppure.
Basta poi ricordarsi che né la Spagna né il Marocco possiedono le capacità satellitari per controllare i modelli meteorologici, nonostante abbiano solidi sistemi di monitoraggio, capacità di previsione avanzate e numerosi esperti che potrebbero rispondere ufficialmente o ufficiosamente, se necessario.
Ancora, ricordiamo che HAARP – un trasmettitore radio situato in Alaska utilizzato per studiare uno strato superiore dell’atmosfera (chiamato ionosfera) – non è in grado di manipolare il meteo, né tanto meno il clima.
La tempesta su Valencia, una delle più intense dell’ultimo secolo nella regione, si è verificata, come negli altri casi in passato, quando l’aria fredda soffia sulle calde acque del Mediterraneo. Ciò fa sì che l’aria più calda salga rapidamente, formando dense nubi cariche d’acqua che possono indugiare sulla stessa area per molte ore, aumentando il loro potenziale distruttivo.
I meteorologi affermano che l’evento può talvolta innescare grandi tempeste di grandine e tornado, come si è visto questa settimana. La Spagna orientale e meridionale sono particolarmente soggette a questo fenomeno a causa della loro posizione tra l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo. Masse d’aria calda e umida e fronti freddi convergono in una regione in cui le montagne facilitano la formazione di nubi temporalesche e forti piogge.
Anche il Marocco ha avuto piogge, anche se meno intense, ma comunque consistenti (e benefiche), in particolare nelle regioni settentrionali e occidentali dopo l’indebolimento di Dana, mentre le masse d’aria umida in movimento da nord hanno portato nevicate sulle cime delle montagne.
Fun fact. Poco prima della tempesta DANA, circolava un’altra teoria cospirativa che coinvolgeva un programma di inseminazione delle nuvole (Al Gaith) da parte del Marocco per concentrare le precipitazioni all’interno dei suoi confini, impedendo alle masse d’aria umida portatrici di pioggia di raggiungere la Spagna: i marocchini ci rubano la pioggia, insomma.
Anzi no, ce ne mandano troppa, dicono ora.
L’importante è trovare un nemico da odiare, al quale dare – in pura isteria – la colpa. Distogliendo l’attenzione dalle vere cause di questi disastri.
Un ultimo risvolto tragicomico; pur entrandoci come i cavoli a merenda, si sono buttati a pesce nella gazzarra anche i complottisti italiani. Abbondano foto di cieli a pecorelle su Valencia, “prova inequivocabile” che stimolare la pioggia in Marocco provoca cataclismi a Valencia: basta guardare il cielo per capire senza ombra di dubbio che, se non sono stati i marocchini, allora sono “senza dubbio” le scie chimiche: anzi, scie chimiche più cloud seeding, più probabilmente il fatto che a Valencia l’intera popolazione era vaccinata.
Contribuisco io pure con una foto che ritrae un cielo fortemente ingegnerizzato, evidentemente strapieno di scie chimiche. Non è però a Valencia, è fatta dal mio balcone di casa, a Torino, un bel tramonto sulle Alpi Occidentali, come riesco a vederne parecchi, da qui. Nessuno però finora mi aveva “illuminato”. Non avevo idea del pericolo che correvo: sarà meglio che domani esca portandomi l’ombrello.
Perché piovono ca**ate (in spagnolo, està lloviendo tonterias), meglio essere prudenti.
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Appendice tecnica di @Giuseppe Maria Amato
Immancabili!
Sono passate poche ore dalla tremenda notizia dell’alluvione che ha colpito Valencia e la costa mediterranea spagnola e, subito, lo sciacallaggio negazionista e complottista ha alzato il tiro.
Migliaia i post che accusano il cloud seeding e più in generale le “scie chimiche” per il cataclismatico nubifragio.
Ora, sapere che poche ore prima della pioggia venuta giù sulla sfortunata città iberica il cielo fosse “a pecorelle” non è sinonimo di alcuna manipolazione tecnocratica. I cirrocumuli, così si chiamano le “pecorelle”, non sono altro che una condizione particolare della nuvolosità tipicamente legata alle condizioni favorevoli alle precipitazioni piovose, non avrebbe altrimenti senso l’esistenza di proverbi ben più antichi di qualsiasi aereo, recanti chiari richiami al cielo a pecorelle.
Il cloud seeding, poi, viene effettuato con regolarità su aree desertiche e predesertiche, anche del Marocco, spargendo particelle di sali, soprattutto di Ioduro d’Argento, che, si badi, costa 127 Euro più IVA ogni 25 grammi, cioè circa 5.000 Euro al chilo, più IVA.
Proprio per i costi dello stesso sale, ai quali va aggiunto il costo dei voli, non certo a basso prezzo, la pratica si effettua solo direttamente sulle aeree dei bacini imbriferi delle dighe e solo se sulle stesse aree sono presenti nubi capaci di dare precipitazione. In caso diverso la pratica risulterebbe vana e dispendiosissima.
Ora, che si sia effettuata dispersione sul lago di Mehcra, in Marocco, a 600 chilometri in linea d’aria da Valencia, e che, per una serie di sfortunati eventi (cit. Brad Silberling), le particelle siano finite a inseminare i cirrocumuli sull’area valenciana, è talmente poco probabile da diventare ben più probabile che ad inseminare le nuvole siano stati i tappeti sbattuti al balcone da tutte le massaie valenciane.
La verità è che non è la prima volta che la città iberica si ritrova a dover piangere i morti per le alluvioni, ma che questa volta – da un lato la impermeabilizzazione dei suoli e dall’altro la temperatura altissima e ben fuori la media della superficie del mare Mediterraneo – hanno enormemente amplificato la già potente pioggia.
Sono venuti giù in meno di un giorno i quantitativi pari ad un anno di precipitazioni e la gente è finita in balia di una tale massa d’acqua che è stato impossibile intervenire. A questo si aggiunga il sempre più probabile fallimento del sistema di protezione civile valenciano e spagnolo, tutto con responsabilità gravissime.
Per dirla tutta ha ucciso più l’uomo che il tempo.
Adesso vogliamo capirlo che il cambiamento climatico è in atto o ancora stiamo a menare il can per l’aia?
Fonte
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