Nonostante il raffreddamento dell’inflazione e le tante promesse che arrivano da ogni istituzione sulla normalizzazione del ciclo economico, chi va a fare la spesa sa benissimo che la situazione non sembra migliorare affatto. Lo confermano anche i dati dell’Istat sul costo dei beni di cui nessuno può fare a meno.
A ottobre, secondo i calcoli dell’istituto di statistica, i prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” – ovvero dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona – hanno registrato un +2,2%, accelerando su base tendenziale. Anche i prodotti ad alta frequenza d’acquisto sono passati da uno +0,5% a un +1,0%.
È vero che le ultime stime di Eurostat vedono l’inflazione di ottobre leggermente in risalita rispetto a settembre (da 1,7% a 2%), ma questi beni di prima necessità registrano risultati tra i peggiori. Il Codacons ha sottolineato come il listino dei prezzi di alimentari e bevande cresca a velocità tripla rispetto all’inflazione media.
Sempre il Codacons ha calcolato che ciò risulta in una spesa aggiuntiva, per un campione base di una famiglia con due figli, di ben 238 euro solo per cibi e bevande. In totale, si prevede un aggravio di spesa pari a 263 euro su base annua.
Nel 2024 i consumi alimentari sono già stati tagliati dell’1,1%, proprio per fare fronte ai rincari degli ultimi due anni. L’inflazione e con essa la speculazione continuano a colpire soprattutto le fasce di popolazione meno abbienti: l’acquisto di beni di prima necessità intacca i redditi più bassi in maniera proporzionalmente maggiore.
“Il governo deve finalmente realizzare quelle misure invocate da tempo dai consumatori”, conclude il Codacons, “tese a contrastare speculazioni e rincari ingiustificati dei listini che portano a contrarre la spesa dei cittadini con effetti negativi per l’intera economia nazionale”.
Non ci si può di certo aspettare molto da Palazzo Chigi, dove i ministeri sono già molto occupati a trovare una quadra tra l’aumento delle spese militari e i tagli imposti dal nuovo Patto di Stabilità. Bisogna ricordare che, ad esempio, già da quest’anno sono stati ridotti i bonus per i costi dell’energia indirizzati a famiglie a basso reddito.
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha evidenziato come i dati di settembre abbiano tratto in inganno chi li leggeva, perché distorti dalla riduzione dei prezzi legata ai saldi estivi. Ora si torna alla realtà, fatta di altre rinunce e sacrifici per chi vive con la preoccupazione di mettere insieme il pranzo con la cena.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento