“Dite una menzogna cento, mille, un milione di volte e diventerà vera” è una frase spesso attribuita a Joseph Goebbels, ministro della cultura e della propaganda del Terzo Reich. In realtà, tale attribuzione non appare sicura e non si sa esattamente da chi provenga tale frase.
Ciò che è certo, però, è che nel governo italiano qualcuno la pensa così. Un paio di giorni fa il ministro Valditara, scegliendo l’occasione peggiore, cioè l’inaugurazione della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin, ha indicato “l’immigrazione clandestina” come una delle cause della violenza di genere. Impossibile pensare che il Ministro non conosca i dati non solo dei centri antiviolenza, ma soprattutto del Ministero degli Interni che indicano come il rischio maggiore per le donne venga dalla cerchia delle conoscenze e segnatamente dall’ambito familiare, magari proprio da quella famiglia “tradizionale” che tanto piace al governo.
Puntuale come un orologio svizzero, la premier Meloni è intervenuta il giorno seguente a sostenere e ribadire le parole di Valditara. Per questo ho scritto che al governo qualcuno pensa che ripetendo una balla questa diventi vera. Qualcuno particolarmente sospettoso potrebbe anche pensare che si tenti di influenzare l’opinione pubblica.
Purtroppo, in questa vicenda si è poco sottolineato che Valditara e Meloni non sono due semplici cittadini liberi di alzare il gomito all’osteria e di sparare qualunque fesseria passi loro per la testa, ma hanno responsabilità di governo ai livelli più alti. Il compito istituzionale che costoro ricoprono dovrebbe far loro evitare di additare al pubblico ludibrio qualunque minoranza che potrebbe trovarsi esposta a persecuzioni e vendette. Poco importa che i due abbiano parlato di immigrazione “clandestina” termine orribile in un paese dove grazie ai loro predecessori Bossi e Fini è quasi impossibile entrare regolarmente seguendo le leggi. E comunque, sarà compito dei giornali della destra provvedere alla caccia all’untore.
Questo comportamento di alti esponenti del governo è grave. Non sono certo tra coloro che ritengono che vivere in una situazione multiculturale sia un idillio. Al contrario, tutte le società multiculturali vivono dei conflitti che nascono proprio dalla loro stessa natura, dal confronto tra abitudini, costumi, modalità diverse di concepire il lavoro e le relazioni interpersonali.
Chi sta al governo dovrebbe lavorare per la risoluzione positiva di tali conflitti e non accusare i migranti di reati di cui in realtà sono solo marginalmente responsabili tacendo sulle colpe ben maggiori dei maschi italiani e su quanto accade nelle famiglie. Così facendo si getta benzina sul fuoco della xenofobia e del razzismo e non si favorisce la coesistenza multiculturale (che probabilmente al governo non interessa, ma è una condizione necessaria delle società occidentali).
Discutendo delle ultime sortite del ministro Valditara ci chiediamo se oltre a pensare alle presunte violenze dei migranti, si interessi anche delle inquietanti situazioni che si verificano ultimamente nelle scuole italiane per responsabilità dei tanti corpi di polizia del nostro paese.
Qualche settimana orsono una classe di un liceo genovese in visita all’Expotraining di Milano, manifestazione che si propone di informare i giovani sulle future opportunità occupazionali, è stata accolta da numerosi poliziotti che hanno mostrato loro come si usa il manganello contro le manifestazioni. Che fosse un invito ad arruolarsi nella Polizia?
Ancora più increscioso, se possibile, quanto accaduto in una scuola d’infanzia palermitana dove gli agenti della Polizia locale, nell’ambito di un progetto di educazione stradale, in cui avrebbero dovuto insegnare utilmente ai piccoli come si attraversa la strada, hanno invece inscenato un inseguimento con arresto e immobilizzazione del fuggiasco. La scena, in cui è stato coinvolto anche un cane addestrato, ha provocato il pianto dei bambini spaventati da quanto visto.
Sarebbe quindi bene che il ministro Valditara cominciasse a diramare disposizioni in cui si dica chiaramente che si deve evitare, in qualunque forma, di educare i giovani alla violenza. Che in questi casi davvero non è dei migranti.
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