La minaccia è di quasi 2000 licenziamenti (1.935) sui 4.440 occupati, in prevalenza operai. È questo che la multinazionale Beko Europe ha comunicato nei giorni scorsi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Si tratta della ex Whirlpool, rilevata nei mesi scorsi dal gruppo turco Arcelik, il quale ha presentato un piano che prevede entro il 2025 la chiusura degli stabilimenti di Siena (produzione di congelatori) e di Comunanza (lavatrici), in provincia di Ascoli Piceno.
Destinata a chiudere anche la sede della Beko a Fabriano, che ospita il reparto di ricerca e sviluppo, e verrà ridimensionato l’organico anche nello stabilimento di Cassinetta, in provincia di Varese.
La società turca Arçelik, proprietaria di Beko, ha già chiuso quest’anno due stabilimenti in Polonia e uno in Gran Bretagna, trasferendo le produzioni in Romania, Egitto e Turchia.
Contro i licenziamenti è partita subito la protesta dei lavoratori Beko Europe a Siena. Il 18 novembre, un centinaio di operai hanno manifestato e bloccato la strada con fischietti, striscioni, cori e fumogeni per urlare insieme tutta la preoccupazione dei dipendenti per i posti di lavoro. La strada è rimasta bloccata per circa un’ora dal corteo. Mercoledì 20, si è riunito il tavolo nazionale nel quale l’azienda è chiamata a illustrare il piano industriale.
I sindacati hanno invitato il governo a usare gli strumenti a sua disposizione per bloccare i licenziamenti. “Il Governo deve esercitare subito quel Golden Power che nei mesi scorsi si è vantato di avere inserito a protezione dei lavoratori nella fase di cessione di Whirlpool Emea a Beko e che non si comprende bene che funzione abbia in termini di deterrenza contro i licenziamenti”.
Il tavolo al ministero è stato aggiornato al prossimo 10 dicembre.
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