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07/02/2011

Egitto: quello che non sì dice.

Com'era ovvio aspettarsi, l'informazione veicolata sui canali standard è ben lontana dall'essere esaustiva e soprattutto imparziale sul caso egiziano. Ad andarci di mezzo è stata la percezione collettiva in merito alla portata di questi eventi, che sono purtroppo risultati drasticamente ridimensionati.
Anche volendo mettere da parte le questioni puramente etiche che la faccenda solleva (nella realtà dei fatti andrebbe invece fatto l'esatto contrario) non dovrebbe costituire argomento di discussione il fatto che le rivoluzioni nell'Africa Mediterranea andranno sicuramente a modificare gli assetti geo-politici di aree ben più estese rispetto alle singole nazionalità in gioco.
Alcuni siti di analisti più o meno attendibili, sì sono spinti a pronosticare un possibile revival della conflittualità arabo-israeliana precedente agli accordi di Camp David del 1978. Senza spingersi in territori catastrofisti (anche perché la pace tra Israele ed Egitto non ha certo impresso un giro di vite significativo alla stabilizzazione del Medio Oriente) andrebbe comunque preso atto che questa ennesima tensione nell'area potrebbe, come minimo, toccare le nostre tasche. Come? Beh con il probabile rincaro del prezzo del petrolio, soprattutto nel medio periodo o ancor peggio a causa di una nuova missione ONU/NATO/varie ed eventuali, volta a stabilizzare l'area o fare modesto cuscinetto tra fazioni scannano (l'UNIFIL insegna...) ovviamente tutto a carico del contribuente cui poi viene negata ogni forma d'assistenza sociale perché lo Stato è a un passo dalla bancarotta (con quasi 2000 miliardi di debito)!
Quindi, consci che questa marea di merda possa riversarsi sulle nostre spalle è bene (anche in virtù della semplice consapevolezza) essere informati.
Al momento il portale che ha fornito gli spunti più interessanti su Egitto e affini è stato PeaceReporter.net, leggere per credere:

Mediterraneo. Reazione a catena - la cronologia 

La rivolta d'Egitto vista con gli occhi di Teheran

Egitto, Hezbollah sta con la rivolta

Noam Chomsky sulla politica estera USA in Medio Oriente e Maghreb

L'analisi più valida della situazione, tuttavia, è presente in questo articolo, che personalmente mi ha lasciato completamente di stucco per precisione e chiarezza espositiva. Non leggerlo equivale a farsi un torto personale, credetemi!

La rivoluzione egiziana, inoltre, ha posto sul tavolo un'altra questione di notevole interesse, questa volta riguardante il settore delle comunicazioni. L'amministrazione Mubarack, infatti, s'è guadagnata il poco onorevole primato nell'eseguire fisicamente e fino in fondo lo scollegamento del proprio paese dalla rete internet. L'evento, che ai più sembrerà di poco conto, è invece essenziale al fine d'inquadrare come e quanto sono mutati gli assetti socio-culturali negli ultimi 15 anni soprattutto in merito al controllo dell'informazione e delle vite di ogni singolo (vedi assonanza web-facebook).
Anche in merito a questo tema lascio qualche spunto di riflessione interessante.

Spegnere Internet, in Egitto le prove generali

L'Egitto "spegne" Internet: è davvero possibile?

L'Egitto senza rete

Buona lettura.

2 commenti:

  1. Vedo nei tuoi link un riferimento alla presa di posizione di Hezbollah nei confronti del Movimento egiziano,

    se ti interessa sapere nei dettagli cosa ha detto Nasrallah ti consiglio questo link:

    http://palaestinafelix.blogspot.com/2011/02/nasrallah-esprime-la-solidarieta-e-il.html

    inoltre, le dichiarazioni del Segretario Nasrallah si sono inquadrate come momento conclusivo di una lunga manifestazione in cui hanno preso la parola quasi tutti i leader della coalizione di Governo attualmente al potere a Beirut,

    se ti interessa sapere (a grandi linee) cosa hanno detto gli altri, il link rilevante é questo

    http://palaestinafelix.blogspot.com/2011/02/le-dichiarazioni-di-leader-politici.html

    nota come Hezbollah sia parte di una VASTISSIMA coalizione politica che spazia dai comunisti libanesi ai cristiani maroniti progressisti fino a sciiti non religiosi e ai nazionalisti siriani.

    Un dettaglio che sulla stampa italiana non viene mai fatto notare visto che Hezbollah viene ancora etichettato come 'movimento terrorista'

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