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15/02/2011

I don't wanna hear it!

Non c'è niente da fare, mi sento in colpa per non avere ancora reso il giusto tributo a Ian Mackaye: indiscusso leader della leggenda Minor Threat (una delle formazioni più influenti dell'intero panorama rock), nonché iniziatore della Dischord Records.
Nati dalle ceneri dei Teen Idles, fondati con Jeff Nelson ai tempi del college, i Minor Threat di Washington DC sono la band hardcore per antonomasia, non l'unica, non la prima, ma La band hardcore: se dovessi descrivere ad uno appena sbarcato sulla terra il movimento... ecco, proprio loro sarebbero i primi a cui farei riferimento, sia a livello musicale che concettuale.
I primi 2 EP (l'autointitolato e "In My Eyes", entrambi del 1981) istituirono e declamarono definitivamente questo genere portando poi a tutta una serie di genesi ed evoluzioni: esempio lampante è il thrash metal, che sicuramente deve molto a questa degenerazione del punk classico. Soprattutto il "primogenito" fu straordinariamente significativo: oltre a presentare una violenza condensata in pochissimi secondi raramente sentita prima, portò anche alla nascita del famoso movimento "Straight Edge" (che sposo in pieno, ndr) il quale esalta valori in controtendenza con i classici luoghi comuni del rock: ovvero avversione verso eccessi e stravizi, allora (e non solo...) imperanti grazie a coglionazzi emuli di quella merdaccia che risponde al nome di Sid Vicious.
Credo che la grandezza dei Minor Threat, e di una mente brillante come quella di Ian, sia stata appunto quella di coniugare la bravura e la lungimiranza come musicisti a quella di veri e propri modelli di riferimento di una comunità. Comunità che, col passare del tempo è incredibilmente decaduta, ma non certo per colpa loro.
Tornando a parlare di musica... nei due lavori sopracitati, risiedono se non i veri Minor Threat, senza dubbio quelli più selvaggi e primordiali. Purtroppo, però, il giocattolo rischiò di rompersi quasi subito: nel tempo intercorso tra la pubblicazione di In My Eyes e quella del primo album "Out of Step" (unico LP della band, 1983) la band si divise per un breve periodo, salvo poi riformarsi su sollecitazione di H.R. dei Bad Brains, arricchendo la line-up col chitarrista Steve Hansgen, il quale permise così al precedente bassista Brian Baker di passare alla seconda chitarra.
"Out of Step" presentava certi elementi di cambiamento, seppur lieve, rispetto al passato: la prima cosa che salta subito agli occhi e alle orecchie è la durata dei singoli brani, alcuni dei quali superano abbondantemente i due minuti, e, pur rimanendo piuttosto aggressivi e veloci, si distaccano dall'hardcore più puro ed intransigente degli esordi: certo, rimangono 100% Minor Threat ma percorrono però la strada dell'evoluzione del proprio genere, un genere, l'hardcore, per molti aspetti fantastico ma senza dubbio limitante per altri.
Dopo questo album la band si sciolse definitivamente ( per disaccordi sulla direzione musicale da prendere) e nel '85 uscì postumo l'ultimo EP "Salad Days", il passo definitivo verso la fine di questo progetto e l'inizio della nuova, ancor più breve, esperienza Embrace prima dei celeberrimi Fugazi.
Tornando alla "Minaccia", se volete farvi un'idea della grandezza della band procuratevi la "Complete Discography", che, oltre a includere i lavori descritti poco sopra, ci regala anche un paio di imperdibili inediti.
Ecco una piccola testimonianza della "cagnara" che regolarmente scoppiava ai loro concerti, la quale non fa altro che aumentare il magone a tutti quelli che, per chiare questioni anagrafiche, si sono persi quei tempi...

2 commenti:

  1. Mi piace come scrivete ragazzi.Io comunque prediligo il vecchio HC italiano:CCM,upset noise,impact...ecc... ciao!

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  2. Concordo, le monografie scritte dal fornicatore sono esaltanti, a maggior ragione quando vanno a parare su gruppi e generi di cui personalmente non so nulla.

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