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23/02/2011

Libia secondo atto

Qualche giorno fa scrissi che le fucilate (poi tramutatesi in bombardamenti) elargite a piene mani da Gheddafi al proprio popolo sì ponevano a garanzia non solo della sua dittatura ma anche dell'interesse italiano.
In quell'occasione mi riferivo principalmente agli interessi dell'ENI nell'area, la realtà tuttavia va ben oltre il tornaconto del cane a sei zampe.
Per saperne di più in modo conciso, come di consueto, tocca affidarsi ai comici, ormai da anni artefici dell'informazione più decente che si posso trovare nel Bel Paese:

"La meraviglia è una dote degli italiani. La sorpresa di fronte all'impensabile, ma solo perché nessuno ci aveva voluto pensare, è una caratteristica nazionale. Abbasso Gheddafi, il sanguinario dittatore beduino, il genocida del suo stesso popolo, lo stragista di migliaia di libici innocenti. Sì, d'accordo, ma nessuno ha mai detto nulla all'Eni di Scaroni, alla Juventus degli Agnelli, all'Impregilo di Romiti, alla Finmeccanica o all'Unicredit di nonsipapiùchi? La mamma non li ha informati prima che si sposassero con Gheddafi? Aziende italiane con enormi interessi nella Libia e partecipazioni azionarie dirette da parte del Paese responsabile dell'attentato di Lockerbie. La cittadina scozzese dove morirono le 259 persone del volo Pan Am insieme a 11 abitanti. Il più sanguinario atto terroristico prima delle Torri Gemelle? Qualcuno ha alzato un dito in quarant'anni contro chi ha spogliato di tutti i beni e cacciato da un giorno all'altro come dei cani gli italiani che vivevano in Libia da decenni? Anzi, è avvenuto il contrario. Gheddafi è stato protetto, riverito, accolto come il garante della mitica Quarta Sponda dell'Italia. Non è un mistero che la sua aviazione militare sia stata addestrata in Italia e neppure che i nostri servizi segreti lo abbiano più volte avvertito di minacce e attentati. Si dice che sfuggì alla morte durante il bombardamento ordinato da Reagan grazie a informatori italiani. Gheddafi è uno di noi, che lo si voglia o meno, che lo si accetti oppure no. Il baciamano di Berlusconi è solo l'ultimo episodio, il più plateale e indecoroso per gli italiani, di un rapporto lungo decenni. Gheddafi salvò la Fiat alla fine degli anni' 70 con i suoi capitali, nessuno si indignò. Abbiamo barattato petrolio con armi e assistenza militare, energia con la perdita del pudore della nostra democrazia. E ora, giustamente, ci indigniamo. La meraviglia è dei bambini e degli ipocriti. L'Italia è il Paese delle Meraviglie e dell'Ipocrisia. Gheddafi ha dichiarato che rimarrà fino alla morte. L'Italia perde un suo fedele alleato che ha già rinnegato. Gheddafi? Ma chi lo conosce?"
Link originale.

Come se non bastassero 40 anni di supporto ambiguo e occulto al regime del simpatico colonnello, la totale assenza di lungimiranza politica ha condotto l'Italia a collezionare, negli ultimi giorni, una serie di magre internazionali d'antologia.
Siamo partiti con il "Non lo voglio disturbare" di Berlusconi, abbiamo proseguito con Frattini secondo cui "L'Europa non deve esportare la democrazia" (se lo fa Bush, invece, gli andiamo dietro di corsa e Scaroni ringrazia) e siamo giunti al timore che la fine del colonnello libico scopra il vaso di pandora dell'immigrazione africana (che poi il grosso degli irregolari giunga in Italia via terra e non dalle coste libiche non interessa a nessuno). Le solite figure da pezzenti, che questa volta potrebbe avere risvolti più seri rispetto a quelli cui ci ha abituati la nostra Repubblica.
La degenerazione degli assetti politici nel sud del Mediterraneo, infatti, mette in discussione decenni di politica estera regionale del nostro Paese che, pur con strategie discutibili e in molti casi avulse da ritorni diretti per l'interesse nazionale, aveva portato l'Italia a tessere una rete d'interessi piuttosto fitta con quelle nazioni che nell'ultimo mese sono capitolate una dietro l'altra.
La crisi libica in particolare ci ha messo in mezzo a una triangolazione di fuoco da cui difficilmente usciremo illesi. Attorno all'Italia, infatti, troviamo:
Alla fine della fiera, dunque, è plausibile attendersi che il caos in Nord Africa mieterà un'illustre vittima anche a nord delle sponde di Tripoli, una vittima che tra il degrado istituzionale, le puttane, la crisi economica, e la totale assenza di coscienza civile dei propri cittadini, è sempre più prossima a toccare il fondo raggiunto nel ventennio fascista.

5 commenti:

  1. Crozza è un fenomeno. Un po' meno quei burattini in studio i quali non fanno altro che ridere mentre il comico li prende per il culo.

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  2. Resoconto ottimo di un momento di merda. Non so se nessuno ha notato, ma l'ultima volta che tanti paesi son saltati peraria in sta maniera è leggermente scoppiata la prima guerra mondiale.

    Ps: è meraviglioso vedere che Carbonized somiglia a Giannino solo nella barba e nell'aspetto.

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  3. Il Kismet di Muammar Gheddafi 1970-2011

    Una piccola retrospettiva storico-politica sugli 'esordi' del Colonnello Gheddafi sulla scena internazionale.

    Sperando che la sua carriera sia veramente arrivata alla fine.

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  4. Articolo interessante.
    Al momento, però, mi piacerebbe trovare una retrospettiva sui rapporti Italia - Libia. In più occasioni ho sentito etichettare Gheddafi e la sua rivoluzione (si fa per dire) come "prodotto italiano" ma i dettagli scarseggiano.
    Probabilmente dovrei rivolgermi ad Andreotti per saperne di più.

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