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05/06/2011

Eternamente macabri


Probabilmente, così pensavano di (ri)apparire gli Autopsy a seguito della pubblicazione di Macabre Eternal, nuovo album che sigla il definitivo ritorno del gruppo sulle scene dopo 15 anni di silenzio.
Alla rediviva band di Chris Reifert, tuttavia, l'operazione non è andata proprio benissimo.
Tralasciando qualsiasi elucubrazione circa i modi e i tempi abbastanza sospetti con cui questo guru del marciume (nel caso il suo palmares vi risultasse sconosciuto, v'invito ad approfondirlo) ha gestito il rilancio degli Autopsy, Macabre Eternal mostra una generale spompatezza che non pensavo di riscontrare.
Nonostante non abbia seguito con le palpitazioni la gestazione di questa uscita, l'ascolto dell'EP The Tomb Within datato 2010, mi lasciò abbastanza fiducioso circa la qualità di Macabre che, invece, mi è risultato piuttosto piatto all'ascolto, privo di mordente ed al massimo in grado di rimandare alla lontana quei fasti che ancora oggi lasciano il segno quando si mette nello stereo Severed Survival o Mental Funeral. Ovviamente non speravo di trovarmi davanti a un capolavoro in grado di ridare spolvero al death in salsa Scream Blody Goore, ma ad un disco con un po' di tiro sparso qua e la certamente sì.
Macabre Eternal, invece, suona come tutti quegli album dei Motorhead (l'ultimo in ordine di tempo è The World Is Yours) che, per motivi contrattuali, Lemmy e soci sono costretti a pubblicare con risultati ovviamente poco stimolanti.
Manco a dirlo, questo inciampo di Reifert lascia con l'amaro in bocca, soprattutto pensando all'universo death metal americano, di questi tempi particolarmente avaro di qualità negli ambienti della vecchia scuola, in cui mantengono le posizioni giusto i Cannibal Corpse e le più recenti incarnazioni dell'estro di Kam Lee.

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