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03/06/2011

Fincantieri, ritirato il piano sui licenziamenti.

L'annuncio è stato dato dall'amministratore delegato Giuseppe Bono durante l'incontro con governo e sindacati. Hanno quindi ottenuto quello che volevano i 2mila lavoratori in corteo oggi a Roma
L’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha ritirato il piano industriale dell’azienda che prevedeva il taglio di oltre 2mila posti di lavoro. Lo si apprende da fonti sindacali secondo cui, durante il tavolo con governo e sindacati, Bono ha detto: “Se queste sono le vostre richieste ritiro il piano”. Hanno ottenuto quindi quello che volevano i circa 2mila lavoratori arrivati a Roma dalla Campania e dalla Liguria per protestare contro il piano industriale dell’azienda triestina in occasione del vertice convocato dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, con azienda e sindacati.

Tra le richieste dei manifestanti c’era infatti lo stop ai 2.550 tagli ipotizzati dal piano, che prevedeva la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponente e Castellamare di Stabia, nonché il ridimensionamento di Riva Trigoso. Il corteo è partito dalla stazione Ostiense al grido “Il cantiere non si tocca”. Gli operai si sono diretti verso il Colosseo e non sono mancati alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine. “Lo stato d’animo è di fibrillazione – ha detto un operaio – ci aspettiamo e vogliamo il ritiro del piano”. Alcuni dei manifestanti sono in cassa integrazione da un anno, altri addirittura da due. “La nostra situazione economica è pesante, la cassa integrazione si sente sia sullo stipendio che sul reddito – ha aggiunto un altro – e chi ha dei bambini sa cosa vuol dire”.

In testa al corteo alcuni sindaci liguri, che hanno sottolineato “l’importanza che gli stabilimenti Fincantieri hanno per il territorio”. Tra loro anche rappresentanti di centrodestra. E’ il caso di Claudio Muzio, sindaco di Casarza Ligure, comune di settemila abitanti che “vive grazie allo stabilimento di Riva Trigoso”. Ha raccontato il sindaco: “mio padre, che ha 90 anni e con 40 anni di stabilimento sulle spalle, ha pianto. L’ho dovuto vedere piangere come un bambino quando gli ho detto che lo stabilimento, probabilmente, avrebbe chiuso”. Roberto Bagnasco è invece un consigliere regionale del Pdl: “Il Governo deve darci risposte e sbloccare il piano di ristrutturazione. Per anni ho fatto il sindaco di Rapallo e posso dire che questi comuni, senza gli stabilimenti, moriranno”.

”E’ necessario che nell’incontro di oggi il governo tolga dal tavolo il piano di Bono (amministratore delegato di Fincantieri, ndr) – aveva detto il segretario generale della Fiom Maurizio Landini -. Ed entro sera si sappia che non chiudono i cantieri e si possa così aprire una trattativa”.

Fonte.

Il dietrofront dei vertici Fincantieri mi fa ovviamente piacere, tuttavia, non riesco a districare la matassa delle reali considerazioni che hanno portato Bono a mettere in atto, nel giro di 20 giorni, una capriola di questa portata che partiva dal quasi totale smantellamento aziendale, all'odierno "non tocchiamo nulla".
Più che una strategia industriale a me questo teatrino pare costruito ad hoc per tastare il terreno dei rapporti sindacali e soprattutto delle tensioni sociali che attualmente serpeggiano nel Paese.

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