È un addio polemico quello che dalla fine della scorsa settimana ha separato Massimo Marchiori (nella foto a lato) dalla sua creatura Volunia.
Il
ricercatore padovano, che nei mesi scorsi aveva conquistato le prime
pagine dei quotidiani nazionali e l'attenzione di quelli internazionali
con il suo progetto di un motore di ricerca sociale, lascia infatti il
suo ruolo di direttore tecnico della società, non senza amarezza né
qualche polemica.
Lo fa con una lettera aperta, inviata a Il Sole 24 Ore
e a Wired, nella quale racconta tutta la "sua" storia. La storia di un
progetto che nasce dal successo di un altro, quell'algoritmo di ricerca -
il Pagerank - con il quale aveva contribuito allo sviluppo
dell'algortirmo stesso di Google, cosa che del resto gli riconoscono
anche gli stessi Larry Page e Sergey Brin. Ma anche la storia di un uomo
che ha scelto la ricerca prima del suo successo personale.
"Non sono l'Amministratore Delegato di Volunia" - si legge nella lettera - "se
il mio obiettivo fosse l'arricchimento personale, avrei da tempo
abbandonato l'Università e l'Italia e accettato una delle offerte
provenienti dall'estero. Mi sono invece immerso anima e corpo in questo
progetto per la bellezza di far progredire il mondo del web, per il
piacere di dare una scossa al futuro e fare qualcosa di utile. Ed anche
per altri motivi, come quello di dare stimoli all'Italia, mostrare che
si deve cercare di innovare, e non serve necessariamente scappare da
questo Paese per farlo".
Marchiori racconta del lancio di
Volunia, delle critiche, degli errori parlando anche di incomprensioni
di fondo. Il riferimento è ad un progetto secondario che in Volunia
prende il sopravvento sullo scopo primario della ricerca perché più "appealing" dal punto di vista del richiamo mediatico. Spiega Marchiori: "il
progetto iniziale - per come lo avevo concepito già anni fa - non hai
mai avuto un motore di ricerca proprietario. Il nome in codice era
"metamaps", e la comprensione di tutto sta nel nome, appunto: meta. Un
metalivello, perché è questa la chiave: essere su di un livello
superiore, e riusare l'informazione presente nei livelli sottostanti.
[...] Certo idee per fare un motore di ricerca semantico e non solo,
soprattutto diverso da quelli esistenti, le ho da tempo. Ma il progetto
metamaps, che ora in una piccola parte conoscete come Volunia, è
ambizioso e richede tempo, risorse ed attenzioni. Fare un motore di
ricerca proprietario è tutt'altra cosa che necessita di tempo e risorse
completamente dedicate, ed ha alti gradi di difficoltà: e non si possono
voler fare insieme tutte e due le cose. Ciononostante, il termine
"motore di ricerca" attira di più, specie i non addetti ai lavori, che
non "metalivello". E - contro il mio parere - è stato introdotto nel
progetto l'elaborazione di un motore di ricerca proprietario".
Di
certo quel "contro il mio parere" rende l'idea di dissapori non certo
recenti. Ma il desiderio di proseguire nella ricerca, pur nella
diversità di vedute, sarebbe bastato a Marchiori per non abbandonare
progetto e azienda.
Invece, così lui scrive, c'è qualcosa di più. "Qualcun
altro vuole dirigere al posto mio. Vuole poter decidere tutto, senza di
me. E si è quindi sostituito alla mia posizione, intimandomi di farmi
da parte". Marchiori ha deciso quindi di abbandonare il progetto pur
senza lasciare le sue quote sociali né il posto in consiglio di
amministrazione, in modo definitivo: "non guiderò più il team, non
troverò più soluzioni a tutti i problemi che quotidianamente usciranno
nel progetto, tantomeno darò supporto per il codice e gli algoritmi che
ho ideato e che sono attualmente usati in Volunia".
Per il ricercatore padovano, forse, la libertà riconquistata. Per Volunia, certamente, un abbandono a se stessa.
Fonte
Si direbbe l'ennesimo buco nell'acqua all'italiana...
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